Periferie, la Capitale come Andria

La Capitale si colloca al ventiduesimo posto per i finanziamenti statali e riceve somme analoghe a quelle di Andria, Bergamo, Lecce o Oristano

Giuseppe Pullara per il Corriere della Sera Roma

 

Con un punteggio di 75/100 il Comune di Roma ha conquistato il ventiduesimo posto tra i comuni ai quali il governo finanzia con 2 miliardi il recupero delle periferie. E così ha ottenuto 18 milioni, come Bergamo, Andria, Oristano, Lecce e così via. La sindaca Raggi: «Le periferie saranno più belle e vivibili». Il decreto della Presidenza del Consiglio del 25 maggio prevede uno stanziamento di mezzo miliardo. In autunno il Campidoglio ha concorso al Bando delle Periferie presentando piccoli progetti distribuiti sul territorio (Boccea, Trionfale, San Basilio, Litorale).

Ancora una volta si deve constatare l’iniquità dell’allineamento di Roma ai centri minori italiani. Solo a pochissimi (Biella, Forlì, Grosseto, ecc.) è stato riconosciuto un finanziamento inferiore mentre in genere tutti i comuni che hanno partecipato fruttuosamente alla gara incassano la stessa somma della Capitale. Ma quasi i due terzi di Roma sono «periferie», ambiti urbani prima nati spontaneamente con le borgate — Primavalle, Tufello, San Basilio, ecc. — poi costituiti da veri e propri insediamenti programmati e, in molti casi, progettati da noti professionisti (Giovannoni, Quaroni, Ridolfi, Aymonino, Libera, Barucci, Passarelli). Eppure a credere che con soli 18 milioni le periferie romane possano diventare «più belle e vivibili» probabilmente è la sola prima cittadina, che sostiene di «aver così onorato un impegno preso».

Chiunque può capire che la somma “vinta” alla lotteria nazionale delle periferie potrà servire solo ad un modesto «maquillage urbanistico» senza risolvere i veri problemi delle tante e vaste periferie romane. Se la richiesta di finanziamento avesse riguardato solo il risanamento di Corviale, il «serpentone» sarebbe potuto rinascere.

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