Impresa, l’associazione dell’industria e delle piccole e medie Imprese, e Confcommercio Lazio Sud si dichiarano fortemente preoccupate perché, nella seduta del 10 gennaio 2019, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato un ordine del giorno collegato alla proposta di Legge n.85 del 3 dicembre 2018 “Legge di Stabilità Regionale 2019” che rischia di penalizzare in maniera molto pesante l’accesso al credito delle micro e piccole imprese, andando contestualmente a potenziare il sistema dei Confidi e facendo aumentare alle aziende i costi, non più sostenibili, per l’accesso al credito. Il presidente di Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora ha spiegato come “questa proposta rischia di compromettere fortemente l’accesso al credito soprattutto delle micro, piccole e medie imprese, vero motore della nostra economia regionale”.
“Tale provvedimento, paventato dalla Regione, non è assolutamente in linea con le esigenze reali del mondo imprenditoriale né con la normativa vigente nel settore del credito e degli strumenti di mitigazione, inoltre, si andrebbe di fatto a ripristinare, in parte, una situazione normativa che la Regione Lazio aveva eliminato nel 2013. Le micro, piccole e medie imprese rappresentano l’asse portante dell’economia dei nostri territori pertanto risultano strategiche e prioritarie le azioni di politica economica finalizzate a sostenere e salvaguardare la loro crescita e il loro sviluppo”
Il presidente di Impresa Giampaolo Olivetti dichiara al riguardo: “in Italia il 99% delle imprese sono micro, piccole e medie e danno lavoro a 16,5 milioni di persone, rappresentando circa il 75% del pil. L’accesso al credito sui territori è un volano fondamentale per la crescita di queste aziende e il canale bancario rimane in Italia la principale forma di finanziamento. Agevolare l’accesso al credito delle nostre pmi nei confronti del sistema bancario, per le esigenze finanziarie di breve e lungo periodo, deve essere la principale priorità della politica e delle istituzioni. È indispensabile che le aziende possano usare liberamente tutti gli strumenti esistenti e soprattutto essere informate correttamente sul valore aggiunto di ogni singolo strumento e misura: sarebbe un errore molto grave limitare alle Mpmi l’accesso diretto al Fondo Centrale di Garanzia e obbligarle a rivolgersi ai Confidi”.