Recovery Plan, il buio su Roma

Il premier assicura celerità sulla governance mentre Forza Italia spinge per l'impegno verso Roma. Ma finora, zero carbonella

A vista. Sul Recovery Fund Giuseppe Conte naviga a vista, senza sapere quale governance affidare ai 200 e passa miliardi di euro, pronti a piovere sull’Italia. Senza considerare che Roma attende ancora la sua parte di risorse. Ancora ieri, lunedì 21 dicembre, non si aveva traccia di quella plancia di comando su cui il Paese rischia di arrivare tardi. E Roma? Roma niente. Al netto dei proclami, si intende.

Forza Italia in testa. “Il presidente Berlusconi e Forza Italia sono gli unici ad avere a cuore la centralità e le sorti di Roma, che è stata completamente dimenticata dal governo. Per rilanciare l’Italia è indispensabile rilanciare la sua Capitale”, ha dichiarato la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. “Da troppi anni Roma è trascurata, marginalizzata, lasciata in balìa del dilettantismo di Virginia Raggi e della sua squadra: le conseguenze, purtroppo, si vedono. Il Recovery plan non può prescindere da un serio investimento sulla Capitale, ed è ora di completare l’attuazione della legge per Roma Capitale, voluta dal governo Berlusconi nel 2009. La nostra immagine nel mondo non può essere quella del degrado”. E Conte?

“Al di là della discussione politica e delle polemiche, dobbiamo assolutamente riprendere con la massima lena e vigore la discussione. Non ci possiamo permettere agli occhi dei cittadini di ritardare, per questo riprendiamo oggi gli incontri con le delegazioni delle forze politiche di maggioranza per poter operare subito la necessaria sintesi”.

“Si può discutere di tutto ma dobbiamo farlo nel merito e dobbiamo trovare una sintesi efficace, ne va della credibilità del Paese agli occhi dei nostri cittadini che stanno soffrendo, ne va della credibilità del Paese in Europa. Dobbiamo aggiornare questo stato di avanzamento del Recovery Plan – ha spiegato – anche perchè dobbiamo tornare a confrontarci con le Regioni e gli Enti locali, dobbiamo tornare a confrontarci con le parti sociali, dobbiamo mandare tutto in Parlamento in modo da acquisire i necessari riscontri e suggerimenti per elaborare il progetto nella sua versione definitiva”.

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