Imprese, la Regione muove sulle banche

Lettera della Regione all'associazione bancaria per velocizzare le procedure per l'erogazione dei prestiti

I soldi ci sono, ma solo sulla carta. Peccato, per le imprese le Lazio e di Roma, ne avrebbero bisogno subito. Le segnalazioni di malfunzionamento del sistema bancario laziale sono numerosissime, tanto da spingere il vice presidente della Regione Lazio Daniele Leodori a inviare una lettera all’Abi per sensibilizzare l’associazione e le banche affinché accelerino le procedure di distribuzione dei prestiti alle imprese, come ha scritto Repubblica, oggi.

“Sono pervenute numerose segnalazioni da imprese del Lazio – scrive Leodori – di ritardi, di filiali che hanno affisso cartelli per segnalare che la liquidità è esaurita, o altre in cui vengono richiesti documenti non pervenuti in nessun protocollo Abi”. Da Unindustria alla Camera di Commercio, da Confcommercio a Confesercenti, sono state le associazioni e le istituzioni che in questi giorni hanno raccolto le richieste di aiuto delle imprese.

“Se mi è facile comprendere la complessità di procedure che ” in tempo di pace” richiedono mesi e che ora si è chiamati a svolgere in pochi giorni – spiega il vice presidente della Regione – più difficile è giustificare certi steccati burocratici di fronte alle richieste di imprese in difficoltà”. Al centro del j’accuse c’è soprattutto l’applicazione della misura del governo che prevede un prestito da 25mila euro garantito dal Fondo centrale di garanzia, definito ” una montagna da scalare per la piccola e media impresa e le partite Iva del Lazio”.

Un attacco che cade nei giorni in cui le rappresentanze delle imprese hanno iniziato a mettere insieme i primi bilanci della crisi. Secondo l’ultimo osservatorio della Camera di Commercio di Roma, 50.000 aziende rischiano di fallire. Ristorazione, cultura, turismo, sono i settori più colpiti, ma tutto il tessuto produttivo della capitale si sveglierà al termine di quest’incubo più povero e fragile. E questo – riportano le analisi di Unindustria – nonostante il 37,3% delle aziende attive nella regione sia rimasto aperto, un dato superiore alla media nazionale (29,7%).

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