Rifiuti, Albano non salverà Roma

Nonostante la riapertura del sito ai Castelli la Capitale rimane una discarica a cielo aperto. Aspettando il termovalorizzatore

Cassonetti pieni

La discarica di Albano non salverà Roma. Forse lo potrà fare il termovalorizzatore. Sì, la Procura di Velletri ha disposto il dissequestro della discarica di Roncigliano, nella zona di Albano Laziale. La società “ha infatti adempiuto, per la parte di sua competenza, al deposito di idonee garanzie finanziarie previste per la cosiddetta gestione post mortem dell’impianto della durata di 30 anni una volta cessata la attuale fase di gestione corrente. L’intervenuta regolarizzazione, realizzata mediante costituzione di un deposito bancario vincolato ed a disposizione della Regione Lazio per future esigenze di salvaguardia ambientale del sito, ha inciso positivamente sull’osservanza delle condizioni di efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a suo tempo rilasciata e ha di conseguenza rimosso quella situazione di ritenuta illiceità che aveva imposto, in data 11 marzo 2022, l’apposizione del vincolo di cautela reale”, ha spiegato la procura.

Bene, anzi no. Perché sembra proprio che Albano o non Albano a Roma la situazione sia sempre peggio. Con l’incremento dell’immondizia degli ultimi giorni e l’ennesima crisi nella raccolta rifiuti che interessa la città in maniera più o meno accentuata a seconda dei quartieri. E questo mentre Acos, Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, ha prodotto un focus sugli impianti per il trattamento della frazione organica. Nel documento viene evidenziato che “il servizio di igiene urbana è uno dei più critici per la Capitale, ritenuto insoddisfacente da una larga maggioranza di romani.

 

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