Sui rifiuti “ci auguriamo che la realizzazione del termovalorizzatore proceda spedita rispettando i tempi indicati dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri”. A dirlo è Angelo Camilli, presidente di Unindustria Lazio, in un’intervista al Sole 24 Ore dove ha parlato a lungo della situazione delle imprese nel Lazio, sottolineando come quest’anno ci sarà un peggioramento degli investimenti a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse.
Rispetto al termovalorizzatore di Roma, Camilli ha detto: “Continuiamo a essere convinti che questa sia l’unica soluzione tecnologica percorribile per chiudere il ciclo dei rifiuti, azzerando quasi del tutto la possibilità di infiltrazione criminale e cosa fondamentale comporta un impatto ambientale sostanzialmente nullo, producendo energia termica ed elettrica. Inoltre, ogni anno, come sottolineato dal sindaco, Roma spende 100 milioni di euro in più rispetto a quanto farebbe con un’impiantistica adeguata. Servono segnali forti. Si potrebbero dare più poteri ai municipi nella gestione della raccolta. In alcune aree si potrebbe sperimentare il coinvolgimento dei privati, se serve rivedendo anche il contratto di servizio con Ama (l’azienda di igiene urbana al 100 per cento del Comune di Roma, ndr), che presenta ancora evidenti criticità, sia per i mezzi a disposizione, ma anche per l’inefficienza organizzativa: l’azienda presenta un tasso di assenteismo di oltre i 16 per cento; la media delle grandi imprese private non arriva all’8 per cento”, ha aggiunto.
Per il numero uno di Unindustria, per le impreso questo “sarà un anno di transizione. La nostra stima di luglio evidenzia una crescita del Pil dell’1 per cento nel 2023, di poco superiore al +0,8 per cento della media nazionale. Anche se in modo più lento rispetto ad altri territori, abbiamo recuperato i livelli pre-Covid. Ma quest’anno ci sarà un peggioramento degli investimenti. Dal quasi +10 per cento dell’anno scorso passiamo a una crescita del 2,4-2,5 per cento, in linea comunque con il dato nazionale”.
Tra gli elementi da guardare con attenzione “prima di tutto l’innalzamento dei tassi di interesse, che genera inevitabilmente una riduzione degli investimenti. Poi noi abbiamo due settori industriali che trainano l’export: farmaceutico e metallurgia. Questi stanno soffrendo la crisi di importanti mercati di sbocco nel Nord Europa, come Germania e Belgio. Nei primi sei mesi del 2023 l’export è calato del 9 per cento, contro un +4 per cento della media nazionale. In generale, la manifattura, come in tutta Italia, dà segnali non positivi. Le costruzioni, infine, andate molto bene finora, sono di fronte adesso alle incognite che riguardano gli incentivi all’edilizia”.
“Roma, in quanto grande capitale, ha sofferto moltissimo durante il Covid, e immediatamente dopo, del calo degli arrivi dall’estero. Da inizio anno sta beneficiando di una ripresa fortissima dei turisti provenienti da fuori Italia. Il settore registra aumenti del 9 per cento perfino rispetto al pre-Covid. Nei primi tre mesi dell’anno la spesa degli stranieri è raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per ottobre riprenderà anche il turismo cinese, con 230mila arrivi stimati. Per l’autunno prevediamo anche un ritorno molto significativo del turismo cinese. Inoltre, abbiamo migliorato l’accoglienza: negli ultimi tre anni hanno aperto 40 strutture alberghiere di lusso ed entro il prossimo anno ne apriranno un’altra decina”, spiega ancora.
“Molto bene stanno andando i servizi, in particolare il settore digitale grazie agli investimenti in cybersecurity, big data e intelligenza artificiale: nel 2023 il fatturato di questo comparto crescerà di un altro 6 per cento. C’è poi il tema dei grandi eventi, dell’attuazione del Pnrr, dei lavori per il Giubileo del 2025. Nonostante sappiamo che ogni 25 anni c’è un Giubileo, arriviamo sempre all’ultimo momento. Le autorizzazioni sono arrivate in ritardo. Ora siamo perfettamente consapevoli dell’impossibilità di realizzare tutti gli interventi per tempo, ma dobbiamo fare di tutto per mettere a terra gli investimenti. Almeno le opere più importanti sembrano rispettare, seppur a fatica, i piani di realizzazione, dai lavori di piazza Pia a quelli del piazzale davanti la Stazione Termini”.
“Per Expo 2030 sappiamo che la competizione, soprattutto con Riyad, è dura e difficile. L’Arabia Saudita ha giocato sulla capacità di investimenti e di spesa. Ma noi abbiamo il sostegno compatto di tutto il Paese, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Per noi sarà importante arrivare al ballottaggio. Essendo tre candidature in campo, sarà difficile ottenere i due terzi dei voti necessari per essere scelti al primo turno dall’assemblea del Bureau International des Expositions. Poi subito dopo si svolgerà la seconda votazione per scegliere tra le due città che hanno ottenuto più consensi. Non ci sarà tempo per cercare accordi e allora potrà succedere di tutto: chi avrà votato per Riyad al primo turno potrebbe anche ripensarci e convergere su Roma. Mi auguro che molti Paesi vogliano valutare la qualità della nostra candidatura e non premiare solo aspetti di natura economica che neanche si accompagnano al rispetto dei diritti civili. Noi siamo una grande economia con valori importanti. Sono ottimista”.
Infine, la Regione Lazio. “Dopo i primi sette mesi di rodaggio ci aspettiamo che in autunno la Regione entri in una fase operativa. Abbiamo un ottimo dialogo con il presidente Francesco Rocca e gli assessorati di riferimento delle imprese. Chiediamo ora che il consorzio industriale unico entri nella fase operativa per rilanciare il nostro manifatturiero. Sappiamo che la giunta ci sta lavorando. Per l’economia del mare, dobbiamo accelerare la zona logistica semplificata per i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. C’è poi il tema della messa a terra dei fondi per la programmazione comunitaria, raddoppiati rispetto al precedente settennato. Bisogna procedere rapidamente, con norme semplici, sui bandi che riguardano il digitale, la sostenibilità, l’accesso al credito e la patrimonializzazione. Se le nostre imprese sono più robuste affrontano meglio le crisi”, conclude il presidente di Unindustria Lazio.