“C’è rischio di passare dall’emergenza igienica all’emergenza sanitaria, quindi con il rischio di diffusione di malattie”. Tanto per cambiare si parla di rifiuti e tanto per cambiare siamo a Roma. Il presidente dell’Ordine dei Medici Antonio Magi lancia un nuovo allarme sulla situazione dei rifiuti a Roma e scrive alla prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al ministro della Salute, Giulia Grillo, e al ministro dell’ Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, invitandoli a intervenire sinergicamente prima che la situazione degeneri ulteriormente. Forse anche per questo il Campidoglio ha deciso di rimandare in altre regioni la nostra spazzatura.
“Roma – si legge nella lettera alle istituzioni competenti – è ormai presa nella morsa di rifiuti maleodoranti, montagne di sacchetti che fuoriescono da cassonetti sporchi che vengono abbandonati per terra, con una conseguente allarmante invasione di animali opportunistici quali mosche, blatte, topi, gabbiani che si alimentano di rifiuti”. Magi ricorda anche “il pericolo” legato agli incendi di rifiuti “che sprigionerebbero sostanze molto tossiche per la salute dei cittadini”.
Il tutto mentre sembra che a dare una mano a Roma sarà l’Emilia Romagna. Hera, multiutility di Bologna attiva anche nel settore dei rifiuti, è pronta a farsi carico della spazzatura che già da mercoledì dovrebbe essere lavorata dal tritovagliatore mobile di Ostia. Peccato che mandare rifiuti fuori dal Lazio costi fino a 200 euro a tonnellata. L’impianto che nelle narrazioni 5S non sarebbe mai dovuto entrare in funzione oggi lavora circa 40 tonnellate di immondizia al giorno. Diventeranno 300 se il nuovo accordo su cui è al lavoro Ama andrà in porto. Un notevole balzo in avanti che, con buona pace dei residenti del X Municipio, potrebbe essere decisivo per il resto della città. Il nodo, scrive Repubblica, resta quello delle quantità: la capitale produce quotidianamente tra le 2.900 e le 3.000 tonnellate di rifiuti indefferenziati, ma la municipalizzata riesce a gestirne tra le 2.400 e le 2.600. Così, a macchia di leopardo, in strada restano a marcire fino a 400 tonnellate al giorno. Una situazione che non cambierà per almeno altri tre giorni.