Roma 2021/Sprint finale, caccia a indecisi nelle periferie

La tornata, secondo le rilevazioni, si annuncia con un tasso alto di astensione e una percentuale elevata di persone che sceglieranno solo negli ultimi giorni chi votare

Gli ultimi 10 giorni di campagna elettorale per il Campidoglio vedono i quattro sfidanti principali – Virginia Raggi, Carlo Calenda, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti – contendersi principalmente il voto degli indecisi.

Tra tour nelle periferie dibattiti, incontri con associazioni e cene elettorali. Perche’ e’ nei quartieri piu’ difficili – quelli con meno servizi e piu’ alto tasso di disagio sociale- che a Roma, tradizionalmente, si maturano i distacchi elettorali capaci di far ottenere il successo finale. Mentre il centro, da diversi anni, ha visto predominante il voto per le formazioni di centrosinistra.

La tornata, secondo le rilevazioni, si annuncia con un tasso alto di astensione e una percentuale elevata di persone che sceglieranno solo negli ultimi giorni chi votare. Se la macchina del voto organizzato nei partiti, particolarmente attiva in un’elezione con bene 22 candidati sindaco, si e’ messa in moto da tempo, lo sprint finale invece sara’ dedicato a strappare un voto in piu’ all’avversario. Perche’ in una contesa cosi’ affollata la singola preferenza potrebbe rivelarsi determinante.

Le posizioni in campo ormai appaiono definite. – Michetti: viene dato da tutte le rilevazioni in vantaggio al primo turno grazie al traino del voto di lista di FdI e Lega. Ma la sua campagna per ora stenta a decollare.

Il ‘tribuno’ si e’ fatto notare soprattutto per le citazioni sugli antichi romani e l’assenza nei confronti. Ha partecipato solo al primo ed e’ anche andato via prima della fine nel momento piu’ concitato della discussione sostenendo di non voler prendere parte a una rissa. Di fatto lo sprint finale lo sta affrontando al traino di Giorgia Meloni, sua principale sponsor, che gira per i territori cittadini e chiede ai romani di “fidarsi” della sua scelta in favore dell’avvocato amministrativista. – Gualtieri, Raggi e Calenda: i sondaggi li collocano in questo ordine, alcuni invertono le ultime due piazze, incalzano ogni giorno Michetti per la sua assenza nei dibattiti. ‘Scappa”, sostengono.

Ma nel contempo sono molto presi a pungersi a vicenda perche’ in fondo si contendono uno spazio elettorale affine. Sopratutto i primi due. Le frecciate quotidiane che si scambiano l’ex ministro dell’Economia e la sindaca uscente – dai rifiuti ai trasporti – testimoniano che il dialogo tra Pd ed M5s nella Capitale non e’ mai decollato, risente delle storie maturate nei 5 anni di gestione pentatsellata del Campidoglio. Calenda gioca da battitore libero, meno vincolato ai partiti ma anche privo del traino di eventi condivisi con i leader politici nazionali. Conte e Di Maio in un paio di occasioni hanno accompagnato la Raggi nei suoi giri ad Ostia e San Basilio, nel tentativo di rafforzare la narrazione di “sindaca delle periferie”. Anche il grande ex del M5s, Alessandro Di Battista, e’ intervenuto spesso alle iniziative della lista civica ecologista che sostiene la Raggi. Mentre Letta, impegnato nelle suppletive a Siena, si e’ visto alcune volte a fianco di Gualtieri, che ha avuto anche il sostegno in degli eventi di Paolo Gentiloni, David Sassoli e una serie di sindaci di grandi citta’ europee, a testimonianza dei rapporti costruiti nei lunghi anni spesi nel Parlamento Ue. Domani e’ in programma un nuovo confronto, stavolta ad ospitarlo sara’ il Messaggero, dopo quello che ha organizzato ieri la Repubblica. Se al dibattito ci fosse anche Michetti sarebbe una novita’. Altrimenti proseguira’ la consueta sfida a tre.

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