Roma: 4.300 immobili Erp occupati su 33mila, Zevi: dato in linea con grandi città

nel 2023 già cento assegnazioni a persone in graduatoria. Per Spin Time e Maam solo indirizzi, non possibile sgomberare

Il presidente dell?Osservatorio sulle politiche per il contrasto alla criminalità economica della Cciaa di Roma, Guglielmo Muntoni, e l'assessore capitolino al Patrimonio, Tobia Zevi.

Su 33 mila immobili di Edilizia residenziale pubblica gestiti dal Comune di Roma ce ne sono 4.300 occupati e 30 mila su cui ci sono pratiche da evadere a seguito di istanze o di sanatoria o di altro tipo. Lo ha detto l’assessore alle Politiche abitative di Roma, Tobia Zevi, nel corso della seduta della commissione Trasparenza del Campidoglio, presieduta da Federico Rocca di Fratelli d’Italia. “Abbiamo un dato complicato: abbiamo censito 4.300 occupazioni di immobili Erp su 33 mila alloggi totali e abbiamo un arretrato di 30 mila pratiche da evadere, compresa la richiesta di sanatoria. Il dato non ci fa piacere, ma è in linea con le grandi città dove il 7-8 per cento degli immobili pubblici è occupato abusivamente”, ha detto Zevi.

Per far fronte al problema “abbiamo iniziato ad allarmare le porte: quando un immobile si libera allarmiamo la porta e lo riassegniamo in pochissimi giorni, duecento case allarmate rispetto a 33 mila sono poche ma è una procedura avviata e che andrà avanti – ha aggiunto Zevi -. In questo modo abbiamo liberato 40 case da occupazioni, cogliendole in flagranza di reato. Con questo sistema possiamo andare ad azzerare le occupazioni, quando ci viene segnalata la forzatura. Altro caso è quello di un anziano che decede e qualcun altro entra nell’alloggio, senza titolo”, ha detto.

Alla città di Roma “voglio dare un dato positivo per tutti e una notizia non ancora nota. Grazie al lavoro straordinario degli uffici, in questi primi tre mesi del 2023 sono state assegnate circa 100 case popolari, tutte alla graduatoria. Abbiamo preso un ritmo significativo e senza precedenti e spero che nel 2023 riusciremo ad avere numeri ancora più confortanti”, ha aggiunto.

Per il recupero degli edifici occupati “Spin Time” in via di Santa Croce in Gerusalemme e “Maam” in via Prenestina “non sono in corso attività istruttorie e operative in senso stretto. Siamo su un piano di indirizzo” all’interno della bozza del piano casa elaborato dall’assessorato alle Politiche abitative di Roma e in cui si immagina un progetto come quello avviato al Porto Fluviale. “Chiariamo che su Spin Time e Maam non sono in corso attività istruttorie e operative in senso stretto. Siamo su un piano di indirizzo – ha detto Zevi -. La realtà è che c’è stata la richiesta risarcitorie del tribunale per 6,3 milioni allo Stato per lucro cessato. Quello che evidenzio è che abbiamo un problema: noi tutti paghiamo perché non viene rispettato il diritto di proprietà in quel luogo. Noi (come ente locale, ndr) non possiamo ricorrere ulteriormente alla quota di riserva dell’emergenza abitativa per garantire il passaggio sa casa a casa come fatto negli sgomberi dello scorso anno”, ha spiegato Zevi. In pratica quindi non è possibile sgomberare i due immobili poiché la normativa prevede che chi vive in emergenza abitativa debba avere un’alternativa prima di essere sfrattato, come stabilito anche da una sentenza del Consiglio di Stato.  “Lì ci sono circa 70 nuclei, il risarcimento corre e quindi abbiamo proposto di ragionare su quale possa essere la soluzione migliore – ha aggiunto Zevi -. Abbiamo pensato che possa essere utile ragionare con la proprietà: non sappiamo se i fondi saranno comunali, regionali o statali. Il tema è capire se in quel luogo si possa operare una rigenerazione urbana. Si tratta di sfide su come immaginiamo la città del futuro. Ci chiediamo se si possa fare la rigenerazione urbana ma a oggi non lo sappiamo. Se ci sono idee migliori siamo pronti a vagliarle”.

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