60, 70 anche 80%. A tanto arriva la perdita di fatturato dei commercianti romani del centro storico. Ma non solo. Nessuno escluso, a sentire i titolari di attività sondati da Radiocolonna.it. Dal paninaro vicino a Largo Argentina, fino al bar di corso Vittorio, è tutta una questione di “resistenza” come dicono i commercianti. Si alza la serranda finché uno ha testa e nervi saldi, poi si molla. Come nel caso del bar Brasile, storico caffè di Piazza Venezia, chiuso da settimane.
Colpa dell’assenza di turisti, certo, ma anche e soprattutto dello smart working. “Il nostro cliente tipo è l’impiegato dell’ufficio qui dietro o nei palazzi circostanti” spiega un commercianti di Largo Argentina attivo nella ristorazione veloce. “Lavorando da casa non vengono qui a lavorare e non consumano. Se poi ci si mette anche l’assenza di turisti…”.
E pensare che la spesa per i regali di Natale a Roma si aggira sui due miliardi di euro. Secondo Confartigianato, nel periodo delle feste il valore delle vendite è superiore del 25,1% rispetto alla media mensile annua. Ma nel 2020 già nei primi 11 mesi c’è stato un prevedibile calo delle vendite nei negozi tradizionali, in particolare del 15,9% per i prodotti non alimentari. E ora il governo si prepara a una nuova stretta, per le feste. Al peggio non c’è mai fine.