Roma caput mundi. Ma senza fondi

Il Pnrr dimentica clamorosamente la Capitale. Solo 500 milioni per progetti generici e non un euro per la metropolitana e la spazzatura

La sindaca di Roma Virginia Raggi

Mezzo miliardo. Tanto è il peso di Roma nel Pnrr, che di miliardi ne vale 200 e passa. Sì perché scorrendo le 316 pagine del corposo e ambizioso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal governo Draghi per il rilancio del Paese, ci si attendevano provvedimenti importanti destinati al rilancio di Roma Capitale, la cui condizione di crisi e degrado è ormai sotto gli occhi di tutti. E invece no.

Roma Capitale è citata appena tre volte, in particolare a pagina 145, nell’ambito del capitolo Investimento 4.3 – Caput Mundi-Next Generation EU per grandi eventi turistici.  Progetti per 500 milioni di euro. Poi, più nulla. E così il Recovery Plan lascia Roma a bocca asciutta. Poche risorse per gli investimenti necessari al rilancio della città, praticamente nulla per metropolitane e ferrovie della Capitale che pure su un totale di 25 miliardi ne aveva chiesti per la mobilità 12, poi scesi a 9.

Il problema sono le metropolitane. Sì perché le somme richieste dal Campidoglio per finanziare la linea C fino alla Cassia, la Linea D e diverse linee tranviarie non ci sono nel Recovery Plan. Con quel mezzo miliardo si potrà  a malapena realizzare la contestatissima funivia Casalotti-Boccea, per la tranvia sulla Togliatti, tra l’altro già oggetto di un altro finanziamento, e forse per il tram su via dei Fori imperiali o la TVA (Termini-Vaticano-Aurelio).

Restano dunque fuori le linee della metro: quelle che la città attende da tempo, nevralgiche per il sistema del trasporto pubblico romano. Insomma, nel Piano Nazionale di Recupero e Resilienza sono previsti generici interventi di riqualificazione e di vario genere. Mancano invece quelli più importanti: smaltimento dei rifiuti e trasporto pubblico. L’occasione era ghiotta, per Roma.

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