Una Roma a tratti semivuota, ferragostana, quasi ad essere nelle scene inziali Sorpasso, anno 1962. Eppure siamo a luglio. Ma che succede? C’è la pandemia peggiore dai tempi della Spagnola, è cambiato il Paese ed è cambiata Roma. E allora, quando arriva il giovedì o il venerdì le strade si svuotano e sulla Capitale cala un silenzio con cui è ancora difficile familiarizzare.
Non ci sono i turisti, che a Roma sono 3/4 dei passanti in centro. Ma soprattutto non si viaggia all’estero, non quest’anno. E allora, chi ha seconde case al mare o in campagna, se ne va lì, magari anche a lavorare, visto che ormai lo smart working fa parte della nostra vita. E Roma si svuota. Lo dicono le agenzie immobiliari, lo dico i bar, è proprio così.
Ma in questa strana estate romana c’è spazio anche per la scemenza. Per quella movida un po’ imboscata ma selvaggia, decisamente rischiosa per Roma e per il Covid. A causa di forti assembramenti che impedivano di fatto l’osservanza delle regole previste per tutelare la salute pubblica, gli agenti hanno dovuto isolare nel fine settimana le aree più a rischio per alcune ore, fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Affollamento e impossibilità di garantire il rispetto delle norme anti-contagio hanno portato anche alla chiusura di una discoteca nel territorio del VII Municipio. Che strana questa estate.