Roma, ecco perché aumentare il biglietto di Atac a 2 euro è un errore

Dal tema dell’evasione a quello della fiducia nel trasporto pubblico di Roma. I nodi e le prospettive

C’è una prospettiva che sta facendo discutere, riflettere, indignare, addetti ai lavori e utenti del trasporto pubblico capitolino. Un’eventualità nota da tempo, ma che pare abbia subito un’accelerazione negli ultimi mesi e potrebbe concretizzarsi in tempi non troppo lunghi. Parliamo del tanto temuto aumento del biglietto singolo BIT di Atac – 100 minuti dalla prima timbratura, con una sola corsa in metro – a 2 euro. A raccontare l’accelerazione è il Messaggero, secondo cui l’aumento sarebbe stato messo nero su bianco nel Piano economico finanziario redatto da Atac e dal Dipartimento mobilità di Roma Capitale e dovrebbe entrare in vigore nell’estate del 2024. Pare che, viceversa, verranno ridotti i costi degli abbonamenti. Questa, indubbiamente un’ottima notizia.

Premessa fondamentale: in una capitale europea, il costo di 1,5 euro per 100 minuti di bus e tram e per una corsa in metro (comprendente anche il passaggio tra linea A, B e C) è basso. In condizioni normali, a Roma un prezzo logico per un BIT non dovrebbe essere inferiore a 2,00/2,00, anche tenendo conto del dato dell’inflazione. Secondo i dati di Truenumbers aggiornati al 2018 (suscettibili, quindi, di piccole modifiche sopraggiunte in questi anni), tra le Capitali europee Roma fa pagare il singolo biglietto del tpl relativamente poco, a metà strada tra l’esosissima Stoccolma (più di 4 euro) e l’economica Bucarest (meno di 50 centesimi):

Ma è in quella locuzione “in condizioni normali” che sta il nocciolo della questione: a Roma le condizioni normali non sussistono. Tra manutenzioni, inefficienze e problemi strutturali, la Capitale d’Italia non riesce a garantire un servizio regolare in nessun ambito: la Metro A per la maggior parte dei giorni della settimana chiude all’ora di cena, la Metro B e la Metro C hanno spesso frequenze da treni regionali (per non parlare della B1), i bus sovente non rispettano gli orari previsti, le linee tranviarie vengono costantemente chiuse e riaperte e soffrono di una costante carenza di tram, le ferrovie ex concesse (Roma-Civita Castellana-Viterbo e Roma-Lido) subiscono quotidianamente soppressioni e rimodulazioni dell’orario. In queste condizioni, aumentare il biglietto è una follia.

Vediamo perché:

 

  • Infondere fiducia nel trasporto pubblico.

Dopo anni drammatici, obiettivo dev’essere quello di far riacquisire la fiducia nei confronti del trasporto pubblico di Roma. E l’incentivo non può arrivare attraverso un aumento dei costi per l’utenza, che come risposta psicologica potrebbe affidarsi ancora di più ai mezzi privati.

 

  • Pagare tutti, pagare il giusto.

I mezzi di Roma subiscono un’evasione altissima. Non sono sui bus, dove non pagare il biglietto dà la quasi certezza d’impunità, ma anche nelle metropolitane si vedono spesso tornelli spalancati in cui entra chiunque, o persone che si accodano ad altre e pagano 1 biglietto in due. Con l’aumento a 2 euro pagherebbero i soliti noti, mentre gli evasori incalliti continuerebbero la propria truffa quotidiana: bisogna non far sentire ‘fesso’ chi paga e sanzionare chi non paga. Riacquisire credibilità è il primo passo per un vero cambio di marcia.

 

  • Benissimo l’iniziativa dell’abbonamento di 50 euro per ragazzi.

Quando le cose vengono fatte bene, bisogna riconoscerlo: l’iniziativa “Back to school” ha permesso a tutti gli under 19 di comprare un abbonamento annuale di Roma a 50 euro. Di fatto, un regalo. È stata una misura lineare, che ha fatto pagare poco al figlio del dentista di Parioli come alla figlia di metalmeccanici di Giardinetti. Un’iniziativa con indubbi elementi di iniquità ma anche con messaggi e obiettivi significativi: far affezionare i giovani al trasporto pubblico, fargli capire che salire su un mezzo ha un costo per la collettività e quella corsa in metro va pagata. Non sarà il BIT a 2 euro che compenserà i costi elevati di questa operazione, ma i frutti culturali di iniziative come “Back to School” si potranno vedere entro qualche decennio.

Per concludere, aumentare oggi il costo del biglietto è una follia. Prima si deve normalizzare la situazione, poi è pensabile un aumento del BIT a 2 euro. Quando? Difficile a dirsi. Nel rapporto sullo stato di avanzamento della Metro C, per esempio, la commissaria straordinaria Conti ha riferito che con l’apertura della stazione Colosseo le frequenze nel migliore dei casi saranno di un treno ogni 8 minuti e mezzo. Frequenze migliori ci saranno solo nel 2028, tra 5 anni. La normalità può attendere.

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