Roma: il governo Gualtieri compie due anni, “lavori in corso” in città e in consiglio comunale

Roma, a 730 giorni dal suo insediamento, è un grande cantiere a cielo aperto

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso della cerimonia in ricordo dell'attentato alla Sinagoga di Roma.

Il sindaco Roberto Gualtieri alla fine della prossima settimana, il 21 ottobre, taglierà il traguardo di due anni di governo della città. Roma, a 730 giorni dal suo insediamento, è un grande cantiere a cielo aperto: lo aveva promesso, va riconosciuto, lo ha fatto. A febbraio scorso, illustrando al consiglio comunale il primo bilancio effettivo della sua giunta, aveva annunciato: “A Roma ci saranno i cantieri, e saranno molti”. Poi scegliendo un plurale – più collettivo che maiestatis, se si guarda alla larga ed eterogenea maggioranza che lo sostiene – aveva fatto sapere: “Ci scusiamo per il disagio, ma ci prepariamo a una stagione di grandi interventi”. A noi, oneri e onori, almeno quello è sembrato il senso.

La stagione dei lavori in corso si è aperta questa estate, un po’ in sordina, per via dei residenti in vacanza e i turisti a riempire le strade della Capitale libere dalle auto. Ma al rientro dalle ferie, i cantieri hanno fatto sentire la loro presenza in città, soprattutto sul fronte del traffico e degli spostamenti. I tre grandi interventi giubilari che sono stati avviati (la riqualificazione dell’area di Ostiense attorno al Ponte di Ferro, la pedonalizzazione di Piazza Pia tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano, e il riassetto di piazza dei Cinquecento davanti alla stazione Termini) vanno di pari passo ai lavori in corso sulla rete tranviaria e metropolitana, a quelli sulle arterie stradali, ce ne sono decine e decine in città, e pure a quelli burocratici, fatti di gare, autorizzazioni e appalti che dovranno essere assegnati e conclusi in tempi record.

L’orizzonte primo è l’apertura della Porta Santa in programma per l’8 dicembre 2024, l’ultimo è quello della scadenza della consiliatura, il 21 ottobre del 2026. In mezzo c’è un’impresa da titani, che non riguarda la corsa contro il tempo per rimuovere le transenne e mettere a terra progetti bandiera, come lo stadio a Pietralata e il termovalorizzatore. È che, per ogni pietra che si posa, in città, un’altra si solleva. E così: ai martelli pneumatici in piazza dei Cinquecento, hanno fatto eco le polemiche per lo spostamento dei taxi; ai binari della tranvia, le lamentele per i rumori; ai pini da abbattere nei cantieri stradali, le proteste degli ambientalisti. L’elenco è lungo, come la scia dell’eco che si è esteso (com’è fisiologico che sia in democrazia, essendo gli eletti espressione degli elettori) fino agli scranni dell’Aula Giulio Cesare.

Tanto che, nelle ultime settimane, più di un episodio ha portato le opposizioni dell’Aula Giulio Cesare – con il Movimento 5 stelle in testa, reduce da una consiliatura travagliata sotto il profilo della tenuta politica – a dire che la maggioranza è dilaniata dallo scontro tra correnti: in particolare tra area Schlein e area Bonaccini nel Partito democratico. “Una maggioranza ormai più attenta alle proprie dinamiche interne che non alle importanti questioni cittadine ancora da dibattere”, dicono i consiglieri del M5s. “Dichiarazioni infondate, non c’è alcuna divisione nella maggioranza e stiamo lavorando senza sosta in completa sintonia con l’azione del sindaco Gualtieri, e degli assessori, al servizio dei romani”, replica la capogruppo del Pd, Valeria Baglio.

Una mano, però, i fatti alle opposizioni gliel’hanno data: solo 7 sedute di consiglio in 90 giorni a causa del numero legale venuto meno spesse volte. Diverse le frizioni, uscite dal recinto del confronto interno: la minisindaca del centro storico che restituisce parte delle deleghe a Gualtieri e piovono messaggi di sostegno, anche dai consiglieri capitolini del Pd, area Schlein; il minisindaco del Salario che incassa l’annuncio di un impianto nell’area dell’ex Tmb ma poi sbotta alla prospettiva delle ecoballe di rifiuti a Villa Spada, e anche qui una pioggia di parole di sostegno, in particolare dai consiglieri di altri gruppi di maggioranza. E poi, comunque, c’è la città: i residenti, riuniti in comitati, i commercianti e gli imprenditori, i sindacati e le associazioni, gli ambientalisti e gli attivisti in genere: dopo due anni cominciano a chiedere risultati.

Dall’altro lato, si dirà, ci sono i cantieri avviati e iniziative che hanno riscosso successo, una su tutte il bonus trasporti per i giovani. Ma ora è la fase di mezzo. E il sindaco – insieme al consiglio comunale – sta come sta la sua città, in una fase di transizione. Lo sa, Gualtieri, e per questo ha detto con chiarezza in tv: “Non mi do un voto, me lo daranno gli elettori alla fine del mandato”. E tutto sommato un voto netto ancora non glielo ha dato nemmeno la città. Nei bar e nelle strade della Capitale, come nelle rilevazioni dell’agenzia comunale sulla qualità dei servizi, i giudizi dei romani si dividono tra sostenitori e oppositori. Si sta, per lo più, come davanti alla tv, sperando che inizi presto un programma atteso a lungo.

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