Roma, il ritorno dei bus turistici crea traffico e polemiche. Che fare?

Dalle multe blande ai pochi vigili in strada. Le colpe della politica romana

I torpedoni hanno ripreso ad invadere il centro della Capitale, come ha notato anche Il Messaggero. Un’orda di bus turistici, infatti, possono essere trovati ad ogni angolo del centro di Roma, dall’Esquilino, a San Pietro, passando per l’area di Villa Borghese. Quello che colpisce di questa storia – una vecchia storia, con tanto di battaglie politiche e giudiziarie che hanno visto il coinvolgimento finanche del Consiglio di Stato – sono due questioni in particolare: la leggerezza con la quale la politica romana ha cantato vittoria sulla ‘liberazione’ del centro dai bus e l’impossibilità di far rispettare le regole vigenti.

Interessante tornare al 14 dicembre 2018, quando l’ex sindaca Virginia Raggi scriveva parole trionfanti su Facebook.

“Ce l’abbiamo fatta: i bus turistici dovranno rimanere fuori dal Centro storico. Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, a partire da gennaio 2019 entrerà in vigore il nuovo regolamento. Una battaglia vinta per i cittadini che ha messo la parola fine a un’anomalia del passato – spiegava l’esponente del Movimento Cinque Stelle – I magistrati hanno respinto infatti la richiesta di sospensiva del provvedimento, una decisione importante a tutela del nostro patrimonio storico e archeologico, ma anche per abbattere l’inquinamento atmosferico e acustico. Con questo nuovo impianto di regole – concludeva – i pullman turistici avranno a disposizione nuove aree di sosta, brevi e lunghe, con fermate e accessi regolati mediante nuove tecnologie, ma fuori dal centro della nostra città. Dovranno inoltre pagare tariffe congrue, tarate sull’impatto inquinante del mezzo. Un cambiamento radicale, una vittoria per i cittadini”.

Oggi, con le strade del centro storico invase nuovamente dai bus, le frasi della Raggi assumono un contorno farsesco, se non sinistro. Le regole, infatti, ci starebbero: come si legge sul sito di Roma Mobilità, “Il Centro di Roma, delimitato dalla ZTL BUS C, è interdetto ai pullman turistici, tranne casi di specifiche deroghe, in cui viene rilasciata la cosiddetta autorizzazione C. (..) Viene riorganizzata la sosta nell’area del Colosseo, riducendo inquinamento e rumore nei quartieri limitrofi, e viene esteso a tutti i giorni della settimana il numero contingentato per le aree di Colosseo e Vaticano (..) Si possono acquistare – solo online – carnet di ingressi da diversi tagli. Gli abbonamenti vengono rilasciati solo per i permessi Gran Turismo. Gli abbonamenti GT e i titoli con carnet di ingresso sono validi dalla data dell’avvenuto pagamento”. Un quadro, questo, che suggerirebbe un ordine che invece non c’è. Anzi, il traffico di Roma – peggiorato a causa di un sistema di trasporti su ferro sempre più sofferente – oggi viene appesantito ulteriormente dalla presenza di mezzi che, si presume, non siano sempre in possesso di regolare autorizzazione.

Una delle ragioni che rendono spuntate le armi del Comune di Roma è la sanzione in caso di mancato rispetto delle norme: 400 euro. Una cifra in apparenza elevata ma che, viceversa, è facilmente ammortizzabile con il trasporto di tanti turisti a bordo.

La seconda, più strutturale, riguarda la condizione complessa in cui si trova il corpo della Polizia di Roma Capitale. Il tema dei pochi vigili in strada è diventato di dominio pubblico: si stima che su circa 5300 effettivi circa 1/3 stia in ufficio a svolgere mansioni burocratiche. Una dinamica che, neanche a dirlo, va a discapito dei controlli in strada, compresi quelli da effettuare sui bus turistici che circolano per il centro della Capitale. In questi giorni è uscita un’interessante intervista rilasciata a Repubblica da Antonio Di Maggio, celebre ‘pizzardone’ della Capitale per due anni e mezzo al comando dei vigili urbani di Roma. Di Maggio dice testualmente che “il corpo [dei vigili] non c’è più, è come un acquerello (..) non c’è coesione (..) e sono stati smantellati reparti come il Pics, l’anti-degrado”, mancherebbero controlli stradali ed etilometri e quello che serve, secondo l’ex comandante, è un impulso politico che dia nuova linfa ai vigili urbani.

Che fare quindi, scomodando un celebre volumetto di Lenin, per regolamentare nel concreto la presenza dei bus turistici? Innanzitutto ricostruire e riorganizzare il corpo dei vigili urbani, chiedendo un’azione forte al Campidoglio – anche tramite l’immissione di nuovi effettivi – e un’assunzione di responsabilità ai vigili stessi per effettuare controlli sistematici e sostanziosi. Poi, aumentare la sanzione in modo che la funzione deterrente che solitamente spetta alla multa sia tale, tangibile e con effetti concreti sul traffico cittadino.

 

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