Roma: più taxi, bus elettrici e pedonalizzazioni, così si trasformerà il centro storico

Il modello sembra quello della città storica, diffuso in molte altre Capitali europee

La pista ciclabile di via dei Fori Imperiali
La pista ciclabile di via dei Fori Imperiali

Più taxi, autobus elettrici e pedonalizzazione integrale dell’area archeologica: così il sindaco Roberto Gualtieri immagina, tra dieci anni, il centro di Roma. Il modello sembra quello della città storica, diffuso in molte altre Capitali europee: un’area libera dal traffico ma servita dal trasporto pubblico e soprattutto dai mezzi e percorsi della cosiddetta mobilità dolce (monopattini, biciclette e passerelle ciclabili e pedonali). Il progetto va oltre il ricongiungimento urbano e punta alla riconnessione della città, e della cittadinanza, con la sua storia. E, come da tradizione secolare dell’Urbe, non è esente da qualche braccio di ferro tra il governo locale e quello nazionale.

La visione, di lungo termine, appare per riflesso osservando dall’alto una serie di annunci e indiscrezioni emerse nel corso di questa settimana. In prima battuta c’è il decreto Asset, su cui il sindaco è entrato a gamba tesa. L’atto tra le altre cose disciplina il rilascio di nuove licenze per i taxi e stabilisce stanziamenti perché il nuovo parco di auto bianche sia preferibilmente elettrico. “Il decreto è stato fatto male, i Comuni ci perdono molti soldi ma noi le licenze le aumentiamo comunque: ho già convocato il tavolo con i sindacati”, ha detto Gualtieri. “Il sindaco non accampi scuse, ha avuto quattro anni, due da ministro e due da sindaco, per agire ma non ha fatto nulla. Ora può aumentare le licenze in 15 giorni”, ha replicato il ministro delle Imprese, Adolfo Russo. Tuttavia a Roma le licenze aumenteranno, il sindaco lo ha assicurato e ha aperto oggi il tavolo da cui dovrà uscire il numero di nuove auto bianche che circoleranno in città a partire dal Giubileo del 2025. Nelle stesse ore in cui Gualtieri e Urso se le mandavano a dire, negli uffici comunali sono state aperte le offerte di una gara internazionale da 292 milioni del Pnrr per la fornitura di 411 bus elettrici e per adeguare 5 rimesse. Per la competizione si sono presentati quattro colossi mondiali: Daimler di Mercedes Benz, Solaris di Caf, Romana Diesel di Iveco e Byd. L’orizzonte è il 2027.

Contemporaneamente veniva lanciato a livello europeo il concorso internazionale per il riassetto dei Fori Imperiali: il sindaco ha presentato le linee guida progettuali: un anello pedonale dentro e attorno ai cinque Fori per collegarli tra loro e al resto della città. È il primo passo attraverso il quale “studiare una strategia da adottare nel prossimo decennio nell’area”, ha spiegato Walter Tocci, ex assessore di rutelliana memoria e oggi delegato dal sindaco: alla supervisione del progetto e a tenere gli equilibri tra piazza del Campidoglio e via del Collegio Romano, dove con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, c’è più di una partita aperta. Una su tutte: il trasferimento di una parte delle risorse derivanti dalla bigliettazione del Pantheon, e non soltanto, al Comune. Fondi che Gualtieri conta di destinare al decoro del centro e che risuonano anche come compensazione per chi ancora ci risiede al centro, pochi rispetto al totale, per la disponibilità a convivere con flussi imponenti di turisti a zonzo e locali aperti fino a tardi.

Il sindaco ha chiarito che l’idea finale, verso cui confluiscono tutti gli altri progetti sul centro storico, è la pedonalizzazione integrale di via dei Fori Imperiali. Ma dal 2033 in poi: quando aprirà la stazione di piazza Venezia, e altre limitrofe di Metro C saranno più che rodate; quando il tram che da Termini va in Vaticano sarà ultimato; quando la Ztl del centro sarà accessibile soltanto a veicoli ecologici e anche i bus saranno elettrici; quando dal centro in bici o a piedi si arriverà nelle periferie principali della città; quando Roma la si potrà visitare dall’alto delle terrazze o dal basso dei sotterranei in rovina; quando – con buona pace dei cambi di governo, delle lentezze burocratiche e dei ricorsi e scaramucce in tribunale – tra dieci anni si immagina sia un’altra città.

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