Scontro nella maggioranza sul ddl Zan. La Lega rilancia

Il M5s attacca gli emendamenti di Italia Viva: "Suonano come un tentativo di affossare la legge". Salvini: "Togliamo l'ideologia, il coinvolgimento dei bambini e l'attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7".

I Fori imperiali

Sul ddl Zan la Lega rilancia. “Accogliamo l’invito della Santa Sede, troviamoci entro domani e condividiamo insieme un testo che aumenti le pene per chi discrimina o aggredisce due ragazzi o due ragazze che si amano, la libertà di amare è sacra. Se dal ddl Zan togliamo l’ideologia, il coinvolgimento dei bambini e l’attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7, finalmente si smette di litigare e si approva una norma di protezione e civiltà” è l’appello che il leader della Lega Matteo Salvini lancia a tutti i partiti.

“Se il Pd – aggiunge Salvini- invece rifiuterà ascolto e dialogo, invocati anche da tante associazioni e movimenti di gay, lesbiche e femministe, si assumerà la responsabilità di affossare questa legge. A me non interessa litigare, io lavoro per risolvere i problemi e proteggere gli italiani”.

Ma la tensione nella maggioranza sul ddl Zan resta alta. Il M5s attacca gli emendamenti di Italia Viva: “Suonano come un tentativo di affossare la legge. Pensare di eliminare i termini ‘orientamento sessuale’ e ‘identità di genere’ e tornare alla definizione di omofobia e transfobia rischia di farci compiere un altro passo indietro, come già in passato”, dicono i parlamentari M5s del gruppo Pari Opportunità.

“La legge va fatta, è urgente, ma non le va affidata una finalità pedagogica – ribatte il capogruppo Iv al Senato Davide Faraone -. Proprio perché deve colpire gli abusi, i crimini, le prevaricazioni, deve essere scritta bene e non dare adito ad alcun dubbio interpretativo. Questo il compito che dobbiamo affidare alla legge. Ho il dubbio che questo concetto non sia condiviso da alcuni promotori, che in buona fede pensano che al testo si debba affidare invece una finalità propagandistica, ciò che normalmente si affida ad un manifesto, non ad un articolato normativo da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica”.

“Il ddl Zan così com’è difficilmente diventerà legge dello Stato, se modificato come indicato da Scalfarotto e dallo stesso Zan nel testo presentato alla camera il 4 luglio 2018, sì. Vogliamo allargare i diritti o accontentarci di una bandierina? Io non ho dubbi su cosa fare”, conclude Faraone.

“Si è aperto faticosamente un tavolo di confronto tra tutte le forze politiche proprio per superare le criticità e giungere a un testo condiviso. Questo confronto non deve però diventare un tiro alla fune, bisogna abbandonare l’idea di voler piantare delle bandierine ideologiche e lavorare per superare le criticità contenute nel testo Zan. Noi chiediamo vengano modificati gli articoli 1, 4 e 7 che riguardano la creazione di definizioni confuse, l’introduzione di un reato di opionione e la giornata sull’omotransfobia nelle scuole. Vogliamo superare queste criticità per approvare una legge che sia di tutti e non solo di una parte”. Lo ha detto Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato e responsabile del movimento azzurro per i rapporti con gli alleati, ad Agorà Estate su Rai 3.

“Ricapitolando: il Pd afferma di voler combattere violenza e discriminazione, Italia Viva chiede di riprendere la proposta Scalfarotto che perseguiva violenza e discriminazione, il centrodestra è talmente pronto ad approvare una legge contro violenza e discriminazione da aver presentato un proprio testo che ha in più il pregio di non sconfinare nel campo del reato di opinione. Insomma, sulle finalità dichiarate a parole ci si accorda in un giorno. Ora che ogni alibi è venuto meno, si vedrà se è questo che sta a cuore alla sinistra o l’unico obiettivo è introdurre il gender per legge”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, di ‘Cambiamo – Coraggio Italia’.

 

 

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014