Stadio della Roma, ora il Pd alza le barricate

In mattina conferenza dei dem: la nuova delibera scritta male e troppo in fretta. Investimenti tagliati di 115 milioni, pronti alla battaglia in Aula

Si fa più complicato il cammino per la realizzazione dello Stadio della Roma. A un giorno dall’approvazione della delibera che ha dimezzato le cubature, ridimensionando il progetto originario, il Pd entra a gamba tesa sui lavori dell’impianto privato del club giallorosso. Questa mattina, presso gli uffici dei gruppi consiliari del Campidoglio, gli esponenti del Pd hanno tenuto una conferenza stampa per esprimere tutti i loro dubbi circa la nuova versione del progetto. Il punto di partenza è questo: lo stadio si deve fare per il bene di Roma e della Roma. Ma a precise condizioni, che al momento mancano.

Il più duro è stato Antongiulio Pelonzi, membro della commissione urbanistica. “Il taglio del 50% delle cubature commerciali rispetto allo stadio della Roma a Tor di Valle è una bufala. E’ stato fatto un taglio alle aree commerciali nel business park pari alla metà, ma non vengono sommate a questo
calcolo le cubature commerciali private nelle altre due aree, perché se lo si facesse si arriverebbe a un 25% di taglio”, ha spiegato. Nel mirino dei dem c’è quella delibera con cui l’amministrazione Raggi ha dichiarato l’opera di pubblico interesse.

Un provvedimento, a detta del Pd, “anomalo,  dimostrazione che chi governa non si vuole assumere la responsabilità di fare davvero lo stadio. Se la delibera la porti scritta male, fatta con i piedi, costringi gli altri enti responsabili al diniego sottraendoti alle tue responsabilità e questo è grave”.  A lasciare perplessi è soprattutto la tempistica.

“Ad oggi siamo ancora senza parere del Municipio IX: ci chiediamo perché accelerare l’iter di questa delibera in un’area dove sono anche intervenuti ben due vincoli: quello della Soprintendenza archeologica sulla Tribuna e il vincolo Rischio 4  di natura idrogeologica. Non si può chiedere all’Aula Giulio Cesare di assumersi una responsabilità di questo genere, visto che risponde in solido alla Corte dei conti, e penalmente”, ha attaccato Pelonzi.

Poi c’è la questione degli investimenti, pesantemente rivisti nel progetto secondario. Sono previsti “115 milioni di euro di opere pubbliche in meno per il proponente. E poi sono tutte opere manutentive e non infrastrutturali, come l’aggiustamento dei treni e l’ammodernamento delle linee, che non costituiscono forte interesse pubblico”, ha aggiunto Pelonzi, annunciando che tutte
le loro obiezioni si trasformeranno in misure: “Noi siamo da sempre favorevoli allo stadio, ma se non ci sono le condizioni minime non possiamo a oggi dire sì. Le nostre istanze diventeranno odg ed emendamenti, provando a recuperare noi il dialogo con i Municipi, ma senza il salto di qualità necessario a oggi non riteniamo di poter votare questa”.

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