Strade killer: ora lotta alle radici affioranti

Dopo la morte dello chef Narducci gli chef fanno quadrato per evidenziare l'escalation di incidenti e sul pericolo creato dai pini lungo le strade. Bando del Ministro Toninelli

 

La morte per incidente stradale della campionessa di nuoto, Noemi Carrozza, e pochi giorni dopo dello chef stellato, Alessandro Narducci, focalizza in modo drammatico l’attenzione sulla (IN)sicurezza delle strade della Capitale. Buche, radici killer, velocità folli, soprattutto di notte, sono un agguato perenne per motociclisti, pedoni e automobilisti. Di fronte all’escalation di incidenti, spesso mortali, il Campidoglio è sollecitato in modo imperativo ad intervenire con maggiore incisività.

In particolare una risposta più adeguata ad una situazione che ha assunto i contorni di una strage, viene richiesta dalla collega di Narducci, Cristina Bowerman, chef stellata dei ristoranti Glass di Trastevere e Romeo al Testaccio. Su twitter e instagram ha lanciato una campagna per la sicurezza stradale con l’hashtag #iotornoacasadinotte con un’ attenzione particolare alle categorie di lavoratori costretti a rincasare tardi. Dopo il tramonto infatti le strade diventano particolarmente insidiose: il buio nasconde le buche, le auto sfrecciano, senza rispetto ai limiti di velocità (che anche a Roma esistono). Gli automobilisti e i motociclisti spesso risultano positivi ai test di controllo (alcol e droghe).

Molti chef romani hanno condiviso il richiamo della Bowerman, fra i quali Giulio Terrinoni, Luigi Nastri, Lele Usai, Antonello Colonna, Roy Caceres, Oliver Glowig e Arcangelo Dandini. Si chiedono più controlli, vigili, autovelox, dossi per rallentare la marcia dei veicoli.

Per ora il Comune sembra almeno intenzionato ad affrontare seriamente il problema delle radici killer. Tuttavia la drastica decisione dell’assessore Meleo di abbattere i pini, sembra sia un’ impresa pressoché impossibile, dato che sono presenti nelle strade di Roma ben 20.000 mila esemplari.

Sul problema interviene dalle pagine di ‘’La Repubblica’’ l’agronomo, esperto del ‘’pinus pinea’’ , Giovanni Morelli secondo il quale non basta controllare i tronchi, ma soprattutto le radici e i meccanismi che portano al loro sollevamento.
‘’Le radici superficiali – spiega – reagiscono alla compressione a cui le sottopongono i veicoli in transito. Se lo spazio si riduce loro se lo prendono.’’ Per evitare la compressione, secondo Morelli, bisogna utilizzare uno strato di materiale inerte sotto l’asfalto, evitando, così, la compressione della radice che non ha più lo stimolo a sollevarsi. La radice ha bisogno anche di aria e acqua, quindi più viene costretta maggiore è la sua forza nel ricercare spazio e nuovo terreno. E’ un errore comune piantare “piccoli alberi” lungo le strade, nelle piazze e vicino alle case senza tener conto della loro fisiologica crescita. Così qualunque cosa sia di ostacolo viene aggredita dalle radici. In molti casi questa autodifesa dalla compressione rende l’albero poco stabile e sbilanciato.
Per monitorare le radici si effettua la trazione controllata, cioè una sollecitazione artificiale che, però, costerebbe qualche centinaio di euro per ogni albero. Per ora è stata avviata, come informa Morelli, una osservazione da parte dei tecnici perché c’è uno stretto legame fra l stato della chioma e l’apparato radicale del pino, che è la spia di un eventuale cattivo stato delle radici.

Intanto anche il governo si è reso conto della necessità di sensibilizzare di più l’opinione pubblica anche a livello nazionale sulla sicurezza delle strade. Il ministero delle infrastrutture e trasporti, ora guidato dal cinquestelle, Danilo Toninelli, ha già indetto una gara di 280.000 euro per affidare il servizio di ‘’ideazione e produzione di messaggi informativi-comunicazionali sulla sicurezza stradale’’.

E’ già qualcosa tornare alle campagne di “educazione civica e stradale” e alla lunga qualche risultato lo danno. Ma per quanto sensibilizzati gli utenti e migliorati i loro comportamenti, il problema resta. Anzi peggiora di giorno in giorno e di maltempo in maltempo. L’esperimento di imporre i 30km/h su molte strade capitoline si sta allargando. Purtroppo, però, fin quando TUTTA la rete stradale non verrà messa in sicurezza i pericoli non si autocancelleranno. Ora il Sindaco Raggi guarda malamente i sanpietrini e li incolpa di essere fonte di preoccupazioni, danni e di richiedere continua manutenzione.

Roma da sola non ce la farà mai a tappare tutte le buche, sostituire le piante malate, capitozzare quelle troppo alte, rifare i manti stradali e rendere i parchi nuovamente dignitosi. C’è bisogno di aiuto e tanto e lo stato deve proteggere anche economicamente la sua decadente Capitale.

 

immagine:Corriere della Sera

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