Strappo in Campidoglio, renziani escono da gruppo Calenda

In dissenso con elezione Raggi a presidente commissione Expo

I renziani escono dal gruppo della Lista Calenda in Campidoglio. Si tratta di Valerio Casini e Francesca Leoncini, esponenti di Italia Viva eletti consiglieri al comune di Roma nella lista civica Calenda Sindaco. Lo strappo si e’ consumato ieri per la votazione della presidenza delle commissioni speciali capitoline, Expo 2030 e Giubileo 2025, che hanno visto eletti, Virginia Raggi del M5s e Dario Nanni di Azione.

I due consiglieri di Italia viva non hanno infatti preso parte alle votazioni con cui e’ stata eletta l’ex sindaca del M5s Virginia Raggi alla commissione per Expo 2030, e cosi’ e’ iniziata la bagarre interna. “Siamo costretti a separare le nostre strade nel consiglio comunale di Roma perche’ – a differenza degli amici di Azione – restiamo fedeli ai valori espressi in campagna elettorale e non accettiamo accordi per aiutare la Raggi a garantirsi un futuro, dopo aver creato cosi’ tanti problemi al presente di Roma”, affermano i consiglieri di Italia Viva, Valerio Casini e Francesca Leoncini, annunciando che usciranno dal gruppo della Lista Calenda in Campidoglio.

“La scelta dei consiglieri comunali di Azione di votare per Virginia Raggi come Presidente di una commissione strategica come quella che seguira’ il dossier Expo 2030 crea una frattura profonda con noi. Anche perche’ si tratta dell’ennesima decisione che viene presa sopra la nostre teste senza alcuna condivisione o comunicazione, ne’ prima ne’ dopo. Anzi, ancora ieri i consiglieri di Azione mentivano pubblicamente sul voto dato alla Raggi”, proseguono i consiglieri di Italia Viva, Valerio Casini e Francesca Leoncini, spiegando le motivazione della loro uscita dal gruppo della Lista Calenda, in Campidoglio.

“Ci siamo candidati al fianco di Carlo Calenda accentando la sfida di rinunciare alle liste di partito per creare una lista civica che unisse i riformisti della Capitale, con una priorita’ assoluta: cancellare il malgoverno di Roma che l’esperienza fallimentare di Virginia Raggi ha causato. Siamo stati i suoi principali e piu’ fieri avversari della amministrazione di Virginia Raggi attaccando le esitazioni del PD e ripetendo ai romani migliaia di volte che mai avremmo sostenuto in alcun modo chi ha in cinque anni messo in ginocchio la Capitale, dalle Olimpiadi fino ai rifiuti”, osservano i consiglieri.

“Sottoscrivere oggi un accordo al ribasso per garantire alla Raggi una poltroncina di consolazione con strutture e risorse del comune a disposizione cosi’ da consentirle i mezzi per fare politica dal colle del Campidoglio e’ l’ennesima dimostrazione di cosa e’ diventato il Movimento 5 Stelle che un tempo cavalcava l’anticasta e adesso insegue poltroncine o sgabelli di consolazione, dopo la sconfitta elettorale. Il fatto che Calenda condivida questo modo di fare politica ci appare profondamente incoerente rispetto a cio’ che abbiamo detto in campagna elettorale. E ingiusto, profondamente ingiusto, per i tanti elettori che avevano creduto in lui e in noi come diversi, alternativi ai grillini”, aggiungono. Per questo, concludono, “siamo costretti a separare le nostre strade nel consiglio comunale di Roma perche’ – a differenza degli amici di Azione – restiamo fedeli ai valori espressi in campagna elettorale e non accettiamo accordi per aiutare la Raggi a garantirsi un futuro, dopo aver creato cosi’ tanti problemi al presente di Roma”.

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