Non è passata inosservata la notizia, riportata anche da Radiocolonna, dell’istallazione dei primi tra i 51 varchi che andranno a puntellare i confini della fascia verde di Roma. Varchi che non avranno uno scopo ornamentale, ma controlleranno e multeranno romani e pendolari non in regola con le regole sull’ammissione alla fascia verde. L’istallazione delle telecamere e le regole sempre più restrittive che stanno entrando in vigore in questi anni, come detto, non stanno passando inosservate. Lo testimonia il tam tam sui social di cittadini e osservatori che si interrogano cosa accadrà quando migliaia di persone non potranno muoversi per andare a lavoro o per portare i figli a scuola senza prendere una multa. Ma lo testimoniano anche le prime iniziative un po’ mediatiche, un po’ politiche, che stanno nascendo su questo tema.
Una di queste è una petizione online organizzata da Fabrizio Santori, volto noto della politica romana e laziale, ora tra le file della Lega salviniana in Consiglio comunale. L’intento di Santori è certamente politico, ma c’è da scommettere che possa ottenere consensi trasversali, sia tra la cittadinanza che tra gli addetti ai lavori. Anche blogger ed osservatori indipendenti del tpl capitolino come Mercurio Viaggiatore e Odissea Quotidiana stanno mostrando perplessità su quello che potrebbe essere un caso esplosivo per l’amministrazione guidata da Roberto Gualtieri.
“Questo provvedimento è assolutamente insostenibile per tantissime famiglie alle quali verranno impediti i più fondamentali, quanto necessari spostamenti, come raggiungere la propria sede lavorativa o ancor peggio gli ospedali per cure mediche o urgenze, salvo dover sopportare un ingente esborso economico per l’acquisto di una nuova autovettura. Alla stessa stregua risulta incomprensibile impedire la circolazione ai veicoli d’epoca, salvo gli eventi autorizzati, tali mezzi si stima rappresentino lo 0,26 per cento del parco veicolare totale – spiega Santori – come contropartita, a tale scenario concreto e soprattutto di immediata realizzazione, non risulta essere stato avviato una reale piano complessivo di mobilità integrata, così come una fattiva azione di incentivazione all’uso del trasporto pubblico locale, ad oggi ancora estremamente carente in termini di vetustà del parco macchine in uso per il trasporto pubblico locale, ed in generale dell’intera gestione del servizio. In un momento di gravissime difficoltà economiche per le famiglie e le imprese è impensabile dover costringere i lavoratori così come le persone più anziane, a sostituire i propri mezzi di trasporto privato in nome della transizione ecologica, in assenza soprattutto, di diversi programmi di intervento in grado di individuare misure alternative che salvaguardino l’ambiente ed al contempo il tessuto socio-economico”.