Tpl, le aziende italiane sono ancora troppo bancocentriche

La ricerca presentata in occasione del convegno sulla mobilità organizzato dall'Asstra

Le aziende del trasporto pubblico locale si rivolgono ancora poco al mercato finanziario restando legate alle banche per i finanziamenti. Il ‘fenomeno’, certo non unico in Italia, viene confermato da uno studio di Unicredit-Asstra presentato al 14/mo convegno nazionale dell’associazione in corso a Roma. Viceversa, si legge nel documento, “in molte delle grandi citta’ del mondo e’ in corso una rivoluzione del sistema di mobilita’ che vede l’attivazione di un consistente volume di investimenti per potenziare le reti (fisiche e digitali) del trasporto collettivo”. E anche in Italia “lo scenario per le imprese di Tpl e’ ricco di sfide e di opportunita’.

La stabilizzazione del Fondo Nazionale Trasporti e il nuovo piano per la mobilita’ varato dai Trasporti con ‘Connettere l’Italia’ creano le condizioni per l’avvio di una nuova stagione di investimenti, da attivare attraverso un maggior ricorso al sistema finanziario”. Come? Secondo lo studio occorre “incoraggiare le imprese all’impiego congiunto di strumenti finanziari, selezionando i piu’ idonei alle varie tipologie di asset da realizzare.

Sino ad ora le aziende di Tpl hanno fatto un limitato ricorso al mercato dei capitali principalmente a causa della ridotta conoscenza delle potenzialita’ offerte”. Ma intanto “e’ in forte espansione il mercato dei Green Bond, obbligazioni dirette in via esclusiva a investimenti che hanno un impatto positivo sull’ambiente” mentre “per i progetti di taglia piu’ piccola sono disponibili prodotti finanziari quali il leasing e il mini-bond, che potrebbero facilitare soluzioni di smart mobility e il rinnovo del parco autobus”.

Ma quale e’ attualmente la situazione del settore? “Tra il 2011 e il 2015 il Tpl ha ricevuto oltre 15 mld di finanziamenti, di cui quasi il 60%, concesso dal sistema bancario. Lo stock di finanziamenti ha registrato una flessione del 5,8% medio annuo, riconducibile alla marcata contrazione dei prestiti alle grandi imprese (-10% medio annuo tra il 2011 e il 2015) e alla forte riduzione dei finanziamenti alle aziende del segmento Small (-13% medio annuo)”.(

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