Non sono veri e propri rave queste riunioni notturne e distruttive che stanno dilagando e massacrando gli spazi verdi e monumentali di Roma.
Ci sono colleghi che le definiscono “festicciole” ma il risultato è tale da doverle, per forza, chiamare “incursioni barbariche”.
Così le bellissime nottate romane e i luoghi di maggior pregio come Villa Pamphili, il Gianicolo ecc. diventano il meeting point ideale per incontri allargati. Incontri che spesso non hanno un motivo ben preciso ma che sicuramente hanno obiettivi comuni e ricorrenti: droga, alcol, sballo, casino e spregio della cosa pubblica.
Questi gruppi di millennials hanno, super giù, l’età di Greta e probabilmente, hanno la faccia tosta di sfilare e difendere l’impegno sul clima della piccola attivista svedese…
Su questa “dualità tangibile” deve (e dovrà) meditare la nostra generazione.
Noi che, la Generazione Y,* accusa di aver inquinato il mondo, i mari e, perchè no, anche lo spazio; noi che dobbiamo portare il peso di gestioni colpevolmente dissennate, noi che abbiamo ipotecato la salute dei nostri figli e nipoti…Noi abbiamo esultato guardando a questi giovani come all’unica vera possibilità di ricostruzione di un futuro migliore, pulito e sano. E ci abbiamo messo sopra anche la convinzione e la fiducia tipica dell’ italica enfatica “creduloneria”.
Ma è proprio a questi millennials trasgressivi, incivili, sempre alla ricerca del super “binge drinking”; vi chiediamo, è proprio a loro che volgiamo l’aspettattiva per un deciso cambio di direzione in tutti i settori?
Assistiamo, anche questa volta, ad un gioco di magia dove tutto appare e nulla è.
A pulire le discariche che rimangono del dopo “festicciola” ci vanno i volontari. Gente di una certa età e che può tranquillamente essere fatta di padri e zii e insegnanti dei vandali. Questa è la lezione che, come una doccia gelata, riceviamo dopo tanto entusiasmo e anche un pizzico di scaricabarile.
Non abbiamo bisogno di eroi ed eroine. Per stare a galla all’Italia servono persone normali e responsabili, persone che abbiano idee e buona voglia per gestire la cosa pubblica.
Le panchine divelte e la fontana del Giglio usata per farci il bagno e poi riempita di ogni monnezza immaginabile: questa è la lingua parlata e diffusa dai nuovi piccoli Unni.
Il baratro fra loro e la realtà è netto e profondo. Insanabile. Alcuni di loro (ma certo non tutti) crescono con la voglia, la rabbia e l’idea di affondare l’affondabile.
Ma, grazie a Dio, il mondo e Roma non sono ancora nelle loro mani.
*Generazione Y=millennials