Veneto Banca:accreditato ora il ristoro ai soci

Dopo mesi di tira e molla, di corse a salvare il salvabile il CDA decide di accontentarsi del minitraguardo raggiunto e arriva il rimborso sui conti

Gli azionisti di Veneto Banca che hanno aderito al ristoro si sono visti accreditare la somma definitiva solo mercoledì 19 aprile 2017.
L’operazione definita “sottoscrizione” era partita il 10 gennaio ’17. Tra scadenze rinviate, termini riaperti più volte, terrorismo mediatico, reali e gravissime criticità e pressing degli addetti alla raccolta sono passati 3 mesi. Mesi in cui si sono dipinti tutti gli scenari possibili favorendo così la paura e la conseguente fuga dei depositi (si parla di un – 30% ad essere ottimisti).

Dalla chiusura dei giochi è calato un silenzio che ha fatto tremare i polsi ai più. Su tutto incombeva lo spettro tangibile della clausola sospensiva che fissava la soglia minima di adesioni soci all’80%. Ma anche a tirare i numeri per la giacchetta questo benedetto 80* sulla ruota di Veneto Banca non è mai uscito.

Allora il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto si è riunito e contate le carte ha deciso di rinunciare alla clausola e di accontentarsi del 68%* tanto faticosamente raggiunto. Ma a ben guardare non c’erano altre soluzioni possibili e prudentemente i vertici della Banca hanno scelto il male minore. Così
facendo si son riparati le spalle dal peso di possibili cause e class action di una bella fetta di azionisti. Anche se le 2 Venete pensano già in termini di fusione certa e fanno piani industriali “di quasi gruppo” va ricordato che siamo solo (forse) a metà del guado.

E’ più che evidente che il sistema bancario italiano è completamente allo sbando e temiamo fuori tempo massimo per correggere l’imbarcata presa. Invece di essere sostegno e trampolino per l’economia è diventato un freno e un grosso peso per la nostra crescita.                                     Per inciso ricordiamo che la Germania nel buio periodo 2008-’09 ha sborsato circa 240mld per sostenere i propri istituti, che la Francia, anche se con cifre diverse, ha fatto altrettanto e che la
Spagna ha avuto il coraggio di mettere in campo bad bank con lo scopo di “dragare” parte delle sofferenze bancarie. Input ben precisi e chiari che l’Italia, forse scientemente forse pigramente, non ha raccolto, non ha saputo produrre alcuna manovra di appoggio e, come se non bastasse ha disatteso bellamente l’art 47 della nostra Costituzione che dice “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme..” Ora le
regole son fatte e a noi ci tocca di pagare pegno.

Tornando a Veneto Banca: noi azionisti (piccoli e grandi) seppur “fregatissimi” ci sentiamo di
aver dato un grosso contributo alla sopravvivenza dell’Istituto e a tutto il sistema Italia. Adesso ci aspettiamo rigore e impegno dagli organi “super partes” (??), quello stesso impegno che è mancato a monte della faccenda. Certo che se questi signori dovessero traccheggiare un altro po’ facendosi magari scudo con la politica, le cose andrebbero a rotoli. E con i risparmiatori nuovamente bastonati e impoveriti sarà ben dura la ripresa, assolutamente impopolare una qualsiasi “manovrina” (aumento IVA?) e avrà la strada spianata il primo affabulatore di passaggio.

* nella Smorfia Napoletana l’80 corrisponde a: la bocca (‘a vocca) e il 68 a: la minestra cotta (‘a zuppa cotta)……….

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