Negozi chiusi e zero turisti. La lunga agonia di via del Corso

Una domenica pomeriggio in quella che fu l'arteria principale dello shopping. Nulla è più come prima

Non è tanto l’assenza di turisti che colpisce. Certo, americani, giapponesi e russi non ci sono, nemmeno l’ombra. Ma via del Corso è ormai un cimitero commerciale a cielo aperto. Negozi sbarrati con le tavole in legno, hotel di lusso chiusi e con le piante ai balconi tutte secche. Domenica pomeriggio non è la solita domenica, a via del Corso. Italiani, sì, ragazzine in shorts e dr Marteens anche. Ma nessuno, o quasi compra e della via che fu il cuore pulsante dello shopping romano, non c’è traccia. Quei pochi negozi aperti, semi vuoti e con i commessi annoiati che si aggirano tra gli scaffali. Roma, 2020.

E pensare che il centro storico di Roma richiamava ogni anno quasi 13 milioni di turisti l’anno. E invece oggi si parla di circa 3.000 attività commerciali che non hanno più riaperto, su tutti negozi di abbigliamento, hotel, gelaterie ed esercizi di ristorazione pensati soprattutto come mense nelle zone ad altra concentrazione di uffici. Si calcola che a fine anno c’è la possibilità che un’attività commerciale ogni tre a Roma avrà chiuso, soprattutto in centro. Un quadro drammatico perchè si tratterebbe di migliaia di posti di lavoro andati in fumo come effetto della riduzione del mercato legato alla pandemia di Covid.

E che dire degli alberghi? Sono poco più di 200 sui 1.200 totali mentre nelle case vacanza prenotabili online, si registra una contrazione delle prenotazioni del 60%. Ciò nonostante si è passati da una percentuale di aperture del 20% subito dopo il lockdown al 40% delle scorse settimane e si arriverà al 60% circa di settembre/ottobre.

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