Zètema, gara per il turismo aspettando il nuovo ad

La partecipata del Campidoglio mette 150 mila euro per incrementare i punti informativi per i turisti. Ancora mistero sul dopo Ruberti

Migliorare l’informazione per aumentare il turismo a Roma. Quante volte si incontrano per le strade della Capitale piccoli eserciti di stranieri alla ricerca di un’informazione o di un luogo? Troppe. Zètema, la società del Campidoglio cui spetta la gestione del patrimonio culturale e del tempo libero, ha messo mano al portafoglio, mettendo sul piatto fino a 150 mila euro per migliorare l’accoglienza e l’informazione turistica.

La gara, indetta pochi giorni fa punta a rafforzare la struttura informativa presso i punti di accoglienza già presenti a Roma e gestiti dalla stessa Zètema, affidando a società terze tale compito. “I servizi dovranno essere svolti a richiesta di Zètema, durante il periodo di vigenza dell’affidamento, fino a concorrenza dell’importo massimo di spesa stimato pari a 150 mila euro”, si legge nelle carte.

Tra i luoghi oggetto della gara, la Stazione Termini, l’Aeroporto di Fiumicino, i Fori Imperiali, Castel Sant’Angelo e Via Nazionale.

Nel frattempo però in casa Zètema tiene banco la questione del dopo Albino Ruberti, il presidente e ad della società in scadenza. Il mandato doveva scadere il 13 giugno ma poi Virginia Raggi ha concesso una proroga fino al 30 giugno. Poi però non è successo più nulla.

Dalle indiscrezioni che filtrano dallo staff del sindaco Raggi pare che si voglia puntare su un soggetto dalla grande esperienza, buon conoscitore degli equilibri della Capitale, magari un ex soprintendente con capacità manageriali. La quale vanta uno dei sistemi museali più complessi al mondo. Ma c’è un’altra considerazione da fare.

La nuova guida di Zètema dovrà proseguire sulla strada del risanamento: la società da 860 dipendenti e 22 musei gestiti (dai Capitolini alla Centrale Montemartini, dall’Ara Pacis al Museo di Roma, dalla Gnam al Macro, a villa Torlonia) ha evitato per un pelo la tagliola dell’assessore Massimo Colomban, in uscita a settembre e quest’anno dovrebbe chiudere con un utile di 87 mila euro, contro i 62 del 2016. Poi c’è da mantenere il passo con il turismo. Nei primi mesi del 2017 i poli capitolini hanno già incrementato gli ingressi del 20%. Che sia o meno un’eredità di Albini poco importa, l’importante è consolidare il risultato.

 

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