I Beni culturali vogliono musei più efficienti

Franceschini presenta il meccanismo del Rei, Rendiconto economico integrato, messo a punto dall'associazione Civicum. Costi e ricavi non più tabù

Rendere la cultura e l’arte un po’ più efficienti da un punto di vista contabile si può. Basta capire quanto spendono ogni anno i musei italiani. Per farlo il Ministero dei Beni Culturali, insieme all’associazione Civicum e Boston Consulting Group, hanno presentato oggi a Roma il Rei, rendiconto economico integrato di tre musei autonomi, la Pinacoteca di Brera, le Gallerie Estensi e la Galleria Borghese e dei 23 siti facenti capo ai due Poli museali di Umbria e di Puglia.

Si tratta dei primi 26 aderenti su di un totale potenziale di circa 450 musei e poli italiani. Tra questi spiccano per ricavi attesi da biglietteria per il 2017 la Galleria Borghese, tra gli autonomi, con 3,5 milioni di euro, e tra gli altri il Castel del Monte (Polo Puglia), con quasi 800 mila euro. La Pinacoteca di Brera presenta invece il primato nella raccolta dei fondi: ha totalizzato 200 mila euro di ricavi aggiuntivi per servizi ancillari (quali ad esempio i book store) e 420 mila euro per contributi da privati.

In pratica, grazie al meccanismo del Rei presentato dai Beni culturali, sarà possibile individuare costi e ricavi precisi per ogni museo, dal momento che gli uffici pubblici spesso e volentieri presentano rendiconti finanziari lacunosi e privi di alcune voci. E questo per tarare i finanziamenti pubblici sulla base delle effettive necessità.

Il progetto, coordinato da Paolo D’Angeli, Direttore Generale del Bilancio e da Lorenzo Casini, Consigliere giuridico del Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, al termine della fase 2 mostra le differenze di attrattività e di fruibilità fra i musei in termini di visitatori, di contributi da privati, di costi e dei principali parametri economici.

Stefano Cianchi, Presidente di Civicum spiega: “ritengo che questi primi 26 musei che hanno adottato il Rei desiderino comunicare ai cittadini quanto bene vengono spesi i loro soldi in Cultura e quanto il bene Cultura venga promosso e valorizzato. Si tratta di una importante svolta nella cooperazione fra il Pubblico, nello specifico il MiBACT e il Privato nella produzione di standard, quali il Rei, e strumenti utili alla partecipazione concreta dei Cittadini all’Amministrazione Pubblica”.

 

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