Alitalia con ogni probabilità si salverà, per mezzo della newco che l’Ue potrebbe approvare a breve. Ma sarà formato mini. Si perché per l’ennesimo tentativo di rilancio della compagnia lo Stato ha messo a bilancio 3 miliardi di euro, sinora usati solo in minima parte. La prima versione della nuova compagnia Ita prevedeva 52 aerei e 5.200 dipendenti, circa la metà di quelli attuali.
La nuova ipotesi a cui si sta lavorando in questi giorni, anche alla luce delle revisioni peggiorative su tempi e entità della ripresa dei trasporti aerei, contempla invece una flotta di 45-48 aerei e un organico tra i 4.500 e 5.000 dipendenti. Lo stanziamento iniziale dovrebbe di conseguenza scendere a 2 miliardi di euro, con il rimanente miliardo da utilizzare in seguito per l’eventuale sviluppo.
E comunque, appare sempre più evidente che l’idea italiana di discontinuità con il passato, per ottenere il via libera al salvataggio, sta nella divisione a pezzi: aviation da cedere con trattativa riservata a Ita, in base al suo piano industriale, mentre manutenzione, servizi di terra e programma fedeltà resterebbero al commissario per essere sottoposte a gara. Il diverso perimetro potrebbe essere considerato una cesura col passato.