Bankitalia, il Lazio esce (finalmente) dalla crisi

Bankitalia, migliorano produttività e condizioni di accesso al credito. Il terremoto? Per molte Regioni ha portato con gli anni più crescita

Bankitalia

E’ come un malato che piano piano prova a scendere dal letto per provare a fare due passi. Il Lazio sta lentamente uscendo dalla lunga crisi che in questi anni ha decimato il mercato del lavoro e bruciato punti di pil. Almeno secondo i calcoli di Bankitalia che questa mattina ha presentato l’aggiornamento congiunturale sullo stato di salute della regione.

Venendo ai numeri, nel Lazio nel 2016 l’attività economica è “moderatamente aumentata”, sospinta dalla crescita dei consumi e dalle esportazioni. In particolare “le aspettative degli imprenditori sono di un rafforzamento della ripresa congiunturale e della spesa per investimenti”, si legge nei documenti di Via Nazionale.

Per le imprese laziali, secondo Bankitalia, lo scorso anno si è registrata “una contenuta espansione dei livelli di attività nel comparto industriale, favorita dalla dinamica della domanda estera”. Nel dettaglio, la crescita ha riguardato anche il settore dei servizi (trainato dalla ripresa dei consumi e dalla crescita dei flussi turistici, sebbene più lenta che nell’anno precedente) ma non quello delle costruzioni in cui l’attività ha ristagnato. Migliorano poi gli indicatori del mercato del lavoro, con l’occupazione che cresce (per dipendenti e lavoratori over 45), mentre cala il tasso di disoccupazione e il numero di Neet (giovani che non lavorano e non studiano).

Per quanto riguarda gli investimenti delle imprese, piccole, medie o grandi che siano, l’attività d’investimento delle imprese laziali misurata da Bankitalia nel 2016 “è proseguita a un ritmo moderato che tenderebbe a rafforzarsi nel 2017, anche grazie agli incentivi fiscali”. Le condizioni di accesso al credito sono migliorate, il calo dei prestiti si e’ infatti arrestato e dal dicembre del 2016 “è tornato moderatamente a crescere”, con una ripresa che interessa soprattutto le imprese medio grandi e quelle dei servizi. La domanda di credito delle imprese laziali rimane comunque mantenuta.

E il terremoto? Gli esperti di Via Nazionale non si sbilanciano, con ogni probabilità l’impatto del sisma che ha colpito la provincia di Rieti verrà contabilizzato nel prossimo bollettino.  I riflessi di lungo periodo di un evento sismico sull’economia territoriale “possono essere ambigui” Ragionando infatti su un’ottica di lungo termine, gli effetti di un terremoto dal punto di vista strettamente economico “possono anche essere non necessariamente negativi” hanno spiegato Luigi Mariani, direttore della sede di Roma della Banca d’Italia e Raffaello Bronzini della divisione analisi e ricerca territoriale della stessa sede citando come esempio il caso del sisma del Friuli (1976), in cui dopo 20 anni il Pil pro capite era superiore del 23% rispetto a un gruppo di aree simili, e quello dell’Irpinia (1980) dove a 20 anni dal terremoto il Pil pro capite era invece calato del 12%.

“La distruzione porta vittime e perdite, ma la ricostruzione puo’ generare crescita”, ha spiegato Bronzini sottolineando però l’importanza di evitare meccanismi distorsivi della distribuzione delle risorse.

 

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