Ecco l’Epifania che tutte le feste si porta via.
In effetti la Befana tra riti pagani, storia, tradizioni e un richiamo alla nostra religione, chiude il ciclo delle feste “Natalizie”.
Molti popoli seguono la tradizione dell’Epifania la cui festività coincide nell’immaginario dei vari calendari con la visita dei Re Magi alla Grotta di Betlemme. I tre sovrani portano i loro preziosissimi doni: oro, incenso e mirra. Ognuno di questi omaggi racchiude valori e simbologie diverse. Da qui l’usanza di far trovare dei piccoli regali ai bambini (buoni).
Epifania ha un’etimologia greca: “epifáneia” ossia, “manifestazione, apparizione” e combacia perfettamente con la “rivelazione” del Bambinello ai Magi, quindi alle “autorità” e di conseguenza al mondo.
Alla Befana venne imposto l’aspetto che tutti conosciamo: vecchia, brutta, scorbutica e dipendente dalla sua scopa, nell’antica Roma che abbinarono alcuni riti pagani alle liturgie e credenze del loro calendario.
Così si immaginava che in quelle notti legate al solstizio d’inverno delle figure femminili volassero sopra i campi per favorirne la prosperità e la fertilità.
Questa è la favola che attraversa, pressochè, immutata i secoli e arriva fino a noi diventando man mano un’altra giornata di festa e legata ai consumi.
Solo nel presepio la Befana non compare, mentre i Re Magi sono sempre presenti e puntuali con i loro doni e il loro atteggiamento reverente.