Ieri il nostro Paese è stato sconvolto da due incidenti stradali che hanno fatto tornare alla ribalta il tema della pericolosità del trasporto su gomma. Nel primo, un tir che trasportava materiale infiammabile ha tamponato un camion sulla tangenziale di Bologna ed è esploso. Scene apocalittiche, ponte crollato, un morto e una settantina di feriti: un mezzo miracolo.
Nel secondo, a Foggia, un frontale tra un tir e un camion ha fatto perdere la vita a 12 braccianti stranieri che viaggiavano sul veicolo. Una tragedia che unisce drammaticamente il tema del caporalato a quello della sicurezza sulle nostre strade.
Già, ma quanti incidenti avvengono ogni anno nel nostro Paese?
I dati più attendibili li fornisce l’Istat e sono relativi allo scorso anno.
Il report, pubblicato il 23 luglio 2018, offre spunti comparativi interessanti sui trend che fanno riferimento agli incidenti stradali nell’ultimo biennio. L’anno scorso ci sono stati 174.933 incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, con 246.750 feriti e 3.378 vittime. Un dato in calo rispetto al 2016. Ma sono cresciuti i decessi rispetto a 2 anni anni fa, 95 persone in più, pari a un +2.9%. Un dato in controtendenza rispetto al resto dell’Unione Europea dove in media, lo scorso anno, ci sono stati -1,6% di morti rispetto al 2016.
Su quali strade nel 2017 ci sono state più vittime rispetto all’anno precedente?
Il dato è interessante e si ricollega all’incidente sul raccordo bolognese e alla tragedia sulla statale 16 nelle campagne del foggiano. L’anno scorso c’è stato ben l’8% in più di morti su autostrade, tangenziali e raccordi autostradali – un incremento enorme – e il 4,5% sulle strade extraurbane. Al centro delle cause l’alta velocità, la distrazione e il mancato rispetto di una norma che viene ignorata troppo spesso dagli automobilisti: la distanza di sicurezza.
L’ACI ricorda che al raddoppio della velocità corrisponde uno spazio di frenata quadruplo, motivo per cui di prescrive di tenere una distanza di sicurezza che tenga conto anche delle condizioni del proprio veicolo. Se si va a 50 k/m la distanza minima è 25 metri, l’equivalente di due bus messi in fila. A 90 km/h bisogna stare a 40 metri, quanto due autotreni e se si viaggia a 130 km/h bisogna stare distanti 130 metri, come un campo da calcio.
In generale, spiega l’ACI, il consiglio è di dividere la propria velocità espressa in km/h per 10 ed elevare il risultato al quadrato; il numero risultante è un buon indicatore, in metri, della distanza di sicurezza da mantenere.
Raccomandazioni che rischiano di rimanere lettera morta anche nel 2018.