Giubileo e l’Expo: con Gualtieri commissario sarà una rivoluzione gentile

Importante il coinvolgimento dei romani. Le risorse rappresentano la pietra angolare, ma non garantiscono da sole il successo dell’operazione rilancio. I soldi devono essere impegnati e spesi con efficienza e tempi certi.

Il tempo degli annunci e dei buoni propositi sta terminando per la nuova amministrazione della Capitale. Nei giorni scorsi due eventi tra loro strettamente legati, la presentazione ufficiale della candidatura di Roma per l’Expo 2030 e la riunione sulla governance per il Giubileo con la nomina del sindaco Roberto Gualtieri a commissario. A completare il trittico il PNRR che agirà da propellente per alimentare il motore in grado di modernizzare la città.

C’è una diffusa consapevolezza che Roma deve “sollevare la testa” mutuando le parole di Manzoni per guardare a un orizzonte più ampio, puntando a recuperare immagine e caratura internazionale a livello economico ma soprattutto civile e culturale.

Impresa molto impegnativa che obbliga la città a una netta discontinuità e che richiede il totale coinvolgimento dei romani. La politica e l’amministrazione capitolina dovranno indicare il senso di marcia e predisporre misure e strumenti per realizzare gli ambiziosi obiettivi ma sarebbe velleitario se la classe politica in cerca di riscatto pensasse di poter fare tutto da sola, dalla programmazione alla realizzazione di opere e interventi. Occorre una rivoluzione gentile che sappia coinvolgere l’intero tessuto cittadino.

 

L’ accordo Raggi e Anac, l’autorità anticorruzione 

Le risorse rappresentano la pietra angolare ma non garantiscono da sole il successo dell’operazione rilancio. I soldi devono essere impegnati e spesi con efficienza e tempi certi. Il neo sindaco dovrebbe tenere a mente un episodio che sintetizza la realtà degli ultimi 15 anni. Per il Giubileo della Misericordia terminato nel novembre del 2016 erano stati stanziati in totale 200 milioni per un piano che prevedeva 131 interventi. Nonostante la pochezza delle risorse nel 2019 nel bilancio capitolino comparivano ancora 1,7 milioni di risorse non spese per il Giubileo che la precedente giunta ha cercato di veicolare su interventi di manutenzione straordinaria per la viabilità con risultati negativi. Poi ci sono altri 13,8 milioni impegnati attraverso gare ma che non sono stati portati a conclusione a causa dello stop deciso dall’Anac. L’autorità anticorruzione infatti blocca le gare se, ad esempio, l’impresa vincitrice della gara risulti coinvolta in inchieste penali con relativo rinvio a giudizio degli amministratori. E far subentrare la seconda in graduatoria si è rivelata operazione molto complicata. La causa è un ostacolo di carattere giuridico determinato dal protocollo d’intesa sottoscritto tra la ex sindaca Raggi e l’Anac secondo il quale vanno esclusi dalle gare i condannati. Ma per la condanna definitiva occorre attendere tre gradi di giudizio con il rischio di una serie di ricorsi, sia dall’aggiudicatario dell’appalto e sia dai secondi classificati.

Altro esempio emblematico riguarda le procedure di aggiudicazione. Per la riqualificazione di Piazza Venezia e Aracoeli il bando è stato pubblicato nel 2016, sei mesi per selezionare gli ammessi e oltre 18 mesi per l’apertura delle buste. Un’opera del valore di 5,6 milioni è iniziata dopo oltre 4 anni dal bando.

La legge delega per gli appalti, il decreto legge sulle semplificazioni dovrebbero garantire procedure più rapide ma senza un netto innalzamento qualitativo delle stazioni appaltanti è difficile procedere con passo spedito.

 

Le esperienze di Veltroni e Marino 

Tuttavia è auspicabile che il decreto di nomina del sindaco Gualtieri a commissario per il Giubileo tenga conto dell’esperienza passata e non sia l’ennesimo esercizio legislativo ricco di fantasia e creatività ma assai modesto per senso prativo e concretezza. I poteri speciali che nel 2006 il premier Romano Prodi attribuì al sindaco Veltroni (e poi passati ad Alemanno) permettevano di derogare a ben 35 leggi e normative tra le quali codice contratti, e molte norme su ambiente e tutela del patrimonio collettivo. Molto più circoscritti i poteri speciali attribuiti al sindaco Marino. Le deroghe alle norme in vigore dovevano essere inserite in un piano autorizzato dal consiglio dei ministri e comunque limitate alla rimozione di situazioni di emergenza connesse alla mobilità e all’inquinamento.

Senza considerare la qualità e l’efficienza della spesa, è evidente che la principale criticità dell’amministrazione capitolina è recuperare capacità di spesa per investimenti che nei primi anni 2000 superava un miliardo l’anno mentre nel 2018 ha toccato il record negativo di poco più di 200 milioni.

 

Per il progetto Roma Caput Mundi 2 miliardi destinati a salire con il Pnrr

Tra i capitoli specifici per il Pnrr con il progetto Roma Caput Mundi e il Giubileo oggi la capitale può contare su una dotazione finanziaria di circa 2 miliardi, destinata a salire con la distribuzione delle risorse comunitarie a livello territoriale per progetti specifici come ammodernamento dei sistemi di mobilità collettiva.

Oltre a impegnare le risorse c’è un altro ambito che richiede massima attenzione e sul quale si misurerà la qualità dell’amministrazione. I grandi eventi sono necessari alle città non tanto per le ricadute economiche (il valore aggiunto dell’Expo a Milano è stato di poco superiore a un miliardo) quanto per sviluppare capacità di valorizzazione urbanistica. A Roma lo sterminato patrimonio pubblico assicura modestissimi tassi di remunerazione, mentre il comune di Milano sta procedendo alla dismissione di immobili a prezzi superiori a 12mila euro al metro, spostando gli uffici pubblici e facendo da traino alla risalita dei valori immobiliari. E’ una delle tante lezioni imparate con l’Expo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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