Fra pochi mesi Roma entrerà nel cosiddetto Anno Santo intitolato da Papa Francesco alla “speranza” e mai evento giubilare nel dopoguerra ha corrisposto non solo allo spirito religioso ma, soprattutto, a una situazione politico-sociale, climatica e bellica tanto critica e angosciante a livello nazionale e mondiale.
Preoccupa anche la condizione in cui si troverà Roma, ancora alle prese con centinaia di opere per migliorare la mobilità che, purtroppo, non saranno ultimate in tempo. Inoltre, si hanno poche notizie degli interventi sul trasporto pubblico e la pulizia della città, necessari per far fronte all’eccezionale aumento di viaggiatori e di rifiuti. Al di là delle rassicurazioni e del “sangue freddo” del sindaco-commissario, Roberto Gualtieri, i romani per ora possono solo contare sulla “speranza” di riuscire a vivere e lavorare decentemente nella Capitale, nonostante il raddoppio della popolazione per l’arrivo di milioni di pellegrini.
Ma le guerre e la lotta al cambiamento climatico sono in cima alle nostre “speranze”. Le orrende stragi in Medio Oriente e in Ucraina si avvicinano sempre di più all’Europa e a Paesi, come il nostro, che finora sono coinvolti solo da aiuti militari o da supporti sanitari ed alimentari. Improvvisamente però, potrebbero sprofondare nella terza guerra mondiale, già spesso evocata e temuta. La “speranza” della pace è sempre più richiamata, anche se le decisioni delle parti in conflitto, e di chi le appoggia sui due fronti, sembrano piuttosto orientate a fomentare le divisioni e lo scontro fra Oriente e Occidente. Altrettanta “speranza” stendiamo sulla necessaria decarbonizzazione del pianeta, nonostante la vistosa lentezza delle istituzioni.
“Speranza” anche sulla democrazia. Il rispetto dei diritti umani e la libertà d’informazione, che sono gli architravi, sono spesso trascurati e disattesi. Basti considerare nel nostro Paese la situazione nelle carceri e nei campi profughi, nonché l’intolleranza del governo Meloni alle critiche di alcuni giornali, al punto da metterli quasi all’indice. Qui la “speranza” che qualcosa possa migliorare è legata agli sviluppi della coalizione di maggioranza, dove un partito, Forza Italia, ha alzato il tiro almeno sui diritti civili, grazie all’incitamento dei suoi proprietari, Marina e Pier Silvio Berlusconi. Infine con cadenza quotidiana, e talvolta persino oraria, orrendi e incomprensibili femminicidi e mortali incidenti stradali, coinvolgono giovani ed anziani. Soprattutto qui non può mancare la “speranza” di una maggiore attenzione ai segni premonitori di azioni “assassine”, nonché verso regole di circolazione sulle strade più adeguate, sia sulla concessione delle patenti di guida, sia riguardo ai limiti di velocità.
La via ad avere tutte queste ed altre “speranze” è stata indicata il 9 maggio scorso nella solennità dell’Ascensione, quando papa Francesco ha pubblicato la Bolla di indizione del XXXI Giubileo ordinario dell’anno 2025: “Spes non confundit” (la speranza non delude). Questo Giubileo – spiega il periodico cattolico “Civiltà Cattolica” – si apre in una dimensione di evangelizzazione universale, per tutti: va oltre i confini ecclesiali, perché nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. Se la vita è fatta di gioie e dolori, di prove e difficoltà, e se la speranza sembra crollare davanti alla sofferenza, Civiltà Cattolica ricorda che l’apostolo Paolo, in modo sconvolgente, scrive: “Ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza”. E la “pazienza”, unita alla speranza, è il tener duro nelle prove, il non scoraggiarsi, il perseverare, il non aver fretta in un tempo in cui siamo abituati a volere tutto e subito.
Da questo intreccio di “speranza” e “pazienza” – rileva Civiltà Cattolica – emerge la vita cristiana come “un cammino”, di cui è segno il pellegrinaggio, “tipico di chi va alla ricerca del senso della vita”. Si tratta di un viaggio che richiede tempi forti per essere nutrito e irrobustito onde farci intravedere la meta: “L’incontro con il Signore Gesù”. Tale incontro guida i pellegrini che verranno a Roma e quanti visiteranno le chiese giubilari per celebrare l’Anno Santo. Ma vale anche per tutti e tante speranze di fronte a un’epoca, forse mai così difficile.