“Per quanto mi riguarda partirò dalle periferie. Facciamo così, parto da dove so che troverò più facilmente insulti. Vado dove la gente è più giustamente arrabbiata. Non c’è dubbio che le arrabbiature magari di coloro che vivono nel centro sono diverse da quelle di coloro che vivono da altre parti”. “La prima cosa da cui si parte” in campagna elettorale “è trovare il modo e la chiave attraverso cui la città si senta partecipe di questa esigenza di riscatto”. Così il candidato alle primarie del Pd per il sindaco di Roma, Roberto Giachetti, ad “Agorà” su Rai3. “Non riusciremo mai a far sì che tutto quel che vediamo sia risolto, e soprattutto che sia risolto in 5 minuti, ma credo che Roma e i romani abbiano il diritto di veder cambiare queste cose – ha aggiunto, prendendo spunto dalla vicenda dei casi di assenteismo al Museo delle tradizioni popolari, menzionata nel programma televisivo – che si possono cambiare, e lo si fa anche non generalizzando, perché il tema dell’assenteismo è esistente, ma noi non possiamo lasciar intendere che 50.000 persone, che sono il motore di Roma, sono tutte assenteiste. Se ci sta disillusione nell’amministrazione comunale, nei dipendenti, è anche la politica che si deve interrogare del perché la spinta all’orgoglio di essere il motore e la ripresa di Roma non passa attraverso un’amministrazione piegata su se stessa dalle vicende di Mafia Capitale e non solo, anche di una politica che non è stata in grado di animare e ridare orgoglio”. Il Movimento 5 Stelle è favorito a Roma? “Se lei me lo chiedeva un mese fa le avrei detto di sì, adesso credo sia una partita giocabile, contendibile per tutti. Per me il risultato sarà determinato da chi sarà il più capace di convincere i romani che è importante e decisivo questa volta partecipare alle elezioni, perché ci saranno opzioni diverse”, ha concluso Roberto Giachetti.
Tempestiva la risposta di Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e candidato Sindaco di Roma in un tweet: “Anche oggi tante interviste di Giachetti per non dire nulla. Programma per Roma la solita supercazzola prematurata. Non ci serve un Renzetti”.