Atac, quante idee confuse e poche soluzioni

Parla Ilaria Piccolo, consigliera dem. "Nessuno ha capito come il M5S vuole salvare Atac. Da Rota solo indicazioni vaghe. Servono nuovi manager".

Non è tanto il tiro al piccione a preoccupare. Quanto la mancanza di una vera politica industriale in grado di mettere Atac, una volta per tutte, sulle sue gambe. Qualcosa, evidentemente non va. Bruno Rota, il manager che ha raddrizzato Atm riportandola all’utile e ora chiamato a salvare Atac, ha lanciato le prime avvisaglie sui guai, non certo ignoti, della municipalizzata. Lanciando precisi segnali, due giorni fa.

Il succo è più o meno questo. Atac vive una situazione drammatica e il Movimento Cinque Stelle avrebbe dovuto farsi uscire il fiato prima, denunciando il dissesto per tempo. Un’accusa bella e buona al Movimento e al sindaco Virginia Raggi. Paradosso vuole che le esternazioni di Rota siano arrivate in mancanza del bilancio 2016, di cui Radiocolonna.it ha denunciato la latitanza ma soprattutto di un piano industriale, che lo stesso Rota ha comunque annunciato per l’estate.

Tra Atac e Campidoglio torna a salire la tensione, dopo l’addio polemico di Marco Rettighieri, nel settembre dell’anno scorso? Prematuro dirlo, ma tanto basta a far scattare l’allarme nel Pd. Preoccupato del fatto che un manager nominato da un’amministrazione finisca col prendersela proprio con il Movimento che la esprime. Radiocolonna.it, ha raccolto lo sfogo di Ilaria Piccolo, consigliera del Pd.

“E’ sicuramente un atteggiamento schizofrenico. Ma quello che davvero preoccupa è l’assenza di una linea. Rettighieri è stato mandato via due mesi dopo il suo piano industriale, poi Fantasia sembrava dovesse rimettere in piedi l’azienda e infine sono arrivate le indicazioni vaghe e confuse di Rota. Non si capisce più nulla”, spiega la consigliera dem.

“Noi vogliamo capire che cosa abbia in mente questa amministrazione per l’Atac e finora non lo abbiamo capito. Soluzioni per Atac zero, ecco tutto”. Sul banco degli imputati anche la mancanza del bilancio e del piano industriale. “Stiamo tutti aspettando con ansia questi due documenti, al momento non ce n’è traccia. Solo allora potremo capire come muoverci”.

Una cosa è certa. Nella mente del Pd l’unica mossa sensata al momento è un “azzeramento degli attuali vertici” e una ripartenza da un solido piano industriale. “In un anno di amministrazione cinquestelle in Atac, il processo di risanamento per rendere più competitiva la società capitolina nel 2019 è stato bloccato, i cambi di management e gli attriti tra presidente e dg hanno acuito la crisi, il bilancio consuntivo non è stato ancora approvato e cosa più grave anziché il pareggio di bilancio quest’anno si rischia l’aggravio di ulteriori perdite”.

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