Ipab, via al riassetto. Oggi ok della Regione

Questa mattina in commissione Affari costituzionali di discute il progetto presentato dall'assessore Visini. Previsti decine di accorpamenti

Gli Ipab del Lazio vanno al riassetto e con essi una montagna di mattone. Questa mattina la commissione Affari costituzionali della Regione Lazio discuterà il riordino degli enti assistenziali, in una seduta ad hoc. L’appuntamento è fissato per la tarda mattina e porta la firma la firma dell’assessore alle Politiche sociali, Rita Visini. A Roma e dintorni ce ne sono poco meno di 60 ma solo alcuni di questi sono realmente operativi. Cosa più importante, ogni istituto ha in pancia parecchi immobili, molti dei quali sfitti, poco redditizi o nel degrado ma comunque con un proprio valore.

Negli ultimi mesi alcuni Ipab, come il Sant’Alessio per i ciechi, hanno messo a gara il proprio patrimonio per affidarlo ad una sgr in grado di valorizzarlo, utilizzando poi i proventi per risanare bilanci spesso in rosso. Nel caso del Sant’Alessio, il cui mattone vale su per giù 220 milioni, il grosso del mattone è stato fatto confluire in un fondo gestito dalla romana Sorgente sgr.

Adesso però gli equilibri nel mattone Ipab potrebbero cambiare visto che alla Regione Lazio è stato appena presentato lo schema per la riorganizzazione dei 57 istituti laziali che coinvolgerà necessariamente i 1.450 immobili ad oggi di proprietà degli istituti. Tutto è partito dal piano di riordino presentato lo scorso 30 ottobre dalla Visini.

“E’ stata un’approfondita ricognizione delle piante organiche, del patrimonio e dei servizi erogati sul territorio dalle Ipab, che ha portato all’individuazione di diciotto Ipab inattive e quindi da estinguere, quattordici da depubblicizzare, vale a dire da trasformare da ente pubblico non economico a fondazione di diritto privato, così come previsto dal decreto legislativo 207/2001. Venti in tutto sono da sottoporre a processi di fusione per arrivare a otto soggetti che si aggiungono ai cinque Ipab invariati, per un totale di tredici Ipab post riordino”, ha spiegato l’assessore.

L’obiettivo del riassetto, che ora attente l’esame della commissione dopo i rilievi legislativi di prassi, ridurre il numero degli enti da 57 a 13. Un taglio netto a una piccola galassia proprietaria di quasi 1.500 immobili, molti dei quali anche fuori dal Lazio visto che nella cintura romana se ne contano 1.224.

Non mancano gli ostacoli alla razionalizzazione degli Ipab. Molte gare per la valorizzazione del mattone risultano infatti ancora in corso e l’accorpamento col timbro del Consiglio regionale rischia di arrivare prima delle aggiudicazioni. Tornando al merito dell’operazione, la filosofia del provvedimento è fondere istituti più piccoli con enti più grandi. Per esempio lo storico Ipab Santa Margerita potrebbe essere accorpato dal più grande San Michele, vicino alle Fosse Ardeatine. Nel complesso Regione punta a strutturare otto fusioni mentre cinque istituti, i maggiori, verranno lasciati così come sono.

Approfondimento nel dossier

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014