L’economia di Roma nella morsa di Omicron e del caro energia

Senza una ristrutturazione della bolletta molte imprese dovranno fermare la produzione a causa del costo diventato insostenibile. Per il nuovo anno il tasso di incertezza in ogni settore produttivo non ha precedenti

Le previsioni sono fatte per essere smentite e l’esplosione dei contagi a causa della variante Omicron ha fatto saltare tutte le stime, anche a breve termine, sull’economia. Il tasso di incertezza che avvolge l’anno che sta per iniziare non ha precedenti nella storia recente per effetto delle molte variabili e delle incognite.

Il rallentamento dell’economia è un dato di fatto, ma è ancora prematuro ipotizzare se sarà una lieve frenata temporanea oppure un brusco e prolungato stop. Come si è osservato negli ultimi due anni, l’effetto pandemia non sarà omogeneo sul territorio a causa delle specificità della struttura produttiva. In quest’ottica l’economia di Roma presenta criticità e punti di forza rispetto al contesto nazionale. Tra i primi il peso del turismo mentre nella seconda categoria si possono includere i servizi alle imprese, la manifattura e le costruzioni.

A fine dicembre termina la cassa integrazione Covid per le imprese del turismo, la proroga sembra scontata. Il settore turistico vale circa il 13% del Pil dell’Italia in tempi normali ma per Roma e il Lazio quel valore sfiora il 15%. La vocazione turistica della Capitale non è testimoniata solo dalle presenze (il 43% degli stranieri arriva a Roma) ma anche dal valore aggiunto. Ogni presenza turistica genera 67 euro nella media italiana ma a Roma supera gli 80 euro.

Il turismo è il principale bersaglio della pandemia. Nel 2020 a Roma gli arrivi nelle strutture ricettive non sono arrivati a 3 milioni rispetto ai 15,5 del 2019. Nel 2021 segnali vistosi di recupero anche se con numeri molto lontani dal periodo pre-Covid. L’autunno tuttavia stava mostrando una decisa accelerazione. Nel bimestre settembre-ottobre gli arrivi sono stati quasi 900mila, rispetto ai 350mila dello stesso periodo dell’anno precedente. La variante Omicron e le nuove restrizioni hanno fatto precipitare la situazione. Secondo Confcommercio gli alberghi romani hanno accusato il 50% di disdette per le festività natalizie, su 1.200 strutture ricettive a Roma circa 300 sono ancora chiuse e gli arrivi stranieri extra-UE accusano un crollo del 90%. Sembra di rivivere il primo anno pandemico quando il comparto del turismo a livello italiano ha visto scendere il fatturato da 219 a 106 miliardi di euro. La differenza è che nel 2020 erano di fatto vietati gli spostamenti, oggi invece è il timore dei contagi a tenere a casa le persone.

La capacità di tenuta dipenderà dalla volontà di Governo e Parlamento di erogare nuovi sussidi e protezioni nei confronti dei lavoratori. A fine dicembre termina la cassa integrazione Covid per le imprese del turismo, la proroga sembra scontata, almeno fino a marzo confidando di arginare rapidamente la variante Omicron.

Per Roma e l’area metropolitana si stima per l’anno prossimo un valore di quasi 2 miliardi per il Superbonus e valori simili per i bonus minori, al 65% e 50%.

Non ha i numeri del turismo, ma il settore delle costruzioni sta conoscendo una nuova primavera dopo anni di crisi. Il merito è dei bonus per l’edilizia e in particolare il Superbonus 110%. L’indice di fiducia delle imprese del settore è a livelli record e nell’ultimo anno il numero delle aziende è salito di 30mila unità a conferma della ritrovata vitalità di un comparto essenziale per l’economia con 2,5 euro di valore aggiunto per ogni euro investito.

Alla CNA (Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola impresa) evidenziano che gli interventi edili che beneficiano dei diversi ecobonus nel 2021 arriveranno a quasi 45 miliardi di euro con una progressione del 73% sul 2020 e del 72% sul 2019. Una indagine svolta dalla Confederazione mostra un interessante elemento qualitativo. Quasi il 75% delle imprese del campione dichiara di prevedere un deciso peggioramento del clima economico generale ma si dice ottimista sull’andamento della propria impresa.

Gli ecobonus a Roma stanno funzionando con notevole efficacia. Secondo i dati Enea tra gennaio e ottobre gli interventi attivati con il Superbonus hanno raggiunto il valore di un miliardo di euro. La proroga per il 2022 e per gli anni successivi anche se con un decalage del beneficio assicurano un trend robusto. Per Roma e l’area metropolitana si stima per l’anno prossimo un valore di quasi 2 miliardi per il Superbonus e valori simili per i bonus minori, al 65% e 50%.

Nell’area metropolitana di Roma solo il 40% delle imprese gode dell’aiuto governativo, un altro 40% non riceve il sostegno ma paga l’energia quattro volte di più di una grande impresa e il 40% in più della media europea.

A preoccupare le costruzioni e il tessuto produttivo nel complesso più che la pandemia è il rincaro delle materie prime e in particolare l’impennata della bolletta energetica.

Lo stanziamento del Governo per contenere i rincari tuttavia è mirato a famiglie e micro imprese, quelle con meno di 10 addetti e con consumi energetici contenuti (inferiori a 2 MWh l’anno). Il beneficio infatti è previsto solo per imprese con una potenza installata fino a 16,5 KWh. In pratica un ristorante da 100 coperti, un albergo con oltre 40 camere e una impresa meccanica con 30-50 addetti non riceve alcun aiuto pur avendo visto salire il costo dell’energia da 25 a 41 centesimi in appena 9 mesi. Nell’area metropolitana di Roma solo il 40% delle imprese gode dell’aiuto governativo, un altro 40% non riceve il sostegno ma paga l’energia quattro volte di più di una grande impresa e il 40% in più della media europea.

Senza una radicale ristrutturazione della bolletta, dagli oneri di sistema alla parafiscalità, il serio rischio è che molte imprese dovranno fermare la produzione a causa del costo insostenibile dell’energia, con buona pace della transizione energetica e dell’economia circolare.

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