L’ombra del dieselgate su Fiat Chrysler

L'agenzia ambientale americana accusa il gruppo di aver aggirato le regole sulle emissioni. La difesa di Marchionne. Crolla il titolo, poi si riprende

Lo spettro del dieselgate, che ha già travolto Volkswagen, costringendola a patteggiare una supermulta da 4,3 miliardi, si affaccia su Fiat Chrysler. La casa automobilistica controllata dalla Exor della famiglia Agnelli è infatti stata accusata dagli Stati Uniti di aver truccato le emissioni di 100 mila veicoli. Il titolo, sospeso più volte al ribasso, è crollato ieri in Borsa e in Piazza Affari ha chiuso con un calo del 16% e ha trascinato al ribasso anche la holding della famiglia, Exor (-9,3%). Oggi invece il titolo sembra reagire, riguadagnando terreno sui listini.

Quello che ha tutta l’aria di essere un nuovo Dieselgate, lo scandalo che ha travolto Volkswagen nel settembre del 2015, è scoppiato a metà pomeriggio, ora italiana, quando la notizia è stata anticipata dall’Associated Press. Per l’Agenzia ambientale americana (Epa) il gruppo auto “ha schivato le regole ed è stata scoperta”, perchè non comunicare l’esistenza di un software che influisce sulle emissioni di un’auto “è una seria violazione delle legge”.

Secondo l’Agenzia per la protezione ambientale americana, che per mesi si è rifiutata di certificare i veicoli a diesel 2017 di Fca in vendita negli Stati Uniti, Fiat Chrysler Automobiles rischia una multa potenziale di 4,63 miliardi di dollari per avere presumibilmente violato leggi sulle emissioni, ha detto un rappresentante dell’Environmental Protection Agency.

Pronta la replica del costruttore guidato da Sergio Marchionne, che ha escluso ogni possibile accostamento allo scandalo che ha travolto Vw. Fca ritiene che “i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili”. La società intende collaborare con la nuova Amministrazione Trump “per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’Epa e i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili”.

Ora resta solo da capire quanto e come il possibile scandalo impatterà sull’immagine e sulle vendite del gruppo.

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