Eppure le varie allerte meteo e i tanti bollettini erano stati chiari: arriva il freddo, arriva il maltempo, arriva la neve. Ed ora eccoci qui impreparati, come spesso accade, e sorpresi per il “sopraggiungere” dell’inverno. Il gelo aggredisce strade, binari e linee elettriche, il vento fa strage di alberi a Roma, il mare della Liguria (e non solo) si trasforma in onde distruttive alte fino a 7 metri, i fiocchi arrivano in pianura, i treni si bloccano e gli aerei cominciano ad sentire freddo alle ali.
Ma a tutto ciò in questi giorni si aggiunge pure il GELICIDIO. Una parola a dir poco inconsueta e che produce paura e fastidio. Viene dal latino e sta, grosso modo, per gelo che cade. Niente di che. Ormai l’informazione ha preso questo andazzo: più sensazionalistica e sconcertante é, più cattura utenti. Quindi ormai è tutta una corsa a cercare termini in disuso, inventati (petaloso), drammatici (bomba d’acqua), comunque catastrofici.
Già la desinenza “cidio” fa pensare a qualcosa feroce e violento: omicidio, genocidio, infanticidio… Tutto oggi è amplificato: la reale scarsità d’acqua dei mesi passati porterà sicuramente alla desertificazione della penisola, un forte vento si trasforma in una bufera devastante, le stagioni (non ci sono più quelle di mezzo) sono di volta in volta: la più calda/più fredda degli ultimi anni. Dal 1° di dicembre siamo entrati in inverno e ci par logico che le temperature si abbassino e cada magari anche la neve. D’altra parte nessun soggetto natalizio prescinde, da secoli, dall’immagine di un mondo imbiancato e a volte gelato. Quindi nessuna paura, non c’è niente di strano e la natura, per nostra fortuna, continua ancora con i suoi ritmi.
Quello che, invece, ci deve far imbestialire è l’assoluta sprovvedutezza degli “organi competenti”, tipo sindaci che non provvedono alle adeguate cure e potature degli alberi, strade dove nessuno butta il sale (antighiaccio), ferrovie dello stato che “per gelo sui binari e linee elettriche” (più che prevedibile) piantano la gente chiusa in vagoni NON riscaldati per ore e ore. Non in una stazioncina raggiungibile (troppo titanico cercare di arrivarci) , ma, così, in mezzo al bianco nulla. Naturalmente i responsabili di turno non pensano di coordinarsi con ulteriori “organi competenti” in grado di mandare autobus sostitutivi o altri mezzi di trasporto. I passeggeri abbandonati, intanto, cominciano a penetrare nel recondito significato di gelicidio.
A questo punto, visto il gelicidio, l’inusuale nevicata (??) e la disorganizzazione generale andrebbero convocate le renne di Babbo Natale. Tanto ci meritiamo, evidentemente, noi che fra poco andremo a votare. Catastrofi climatiche permettendo!