Roma: Gualtieri, Rocca e l’incognita Schlein il nuovo risiko sulla Capitale

La politica registra nuovi obiettivi e nuove strategie. Si ridisegnano alleanze, cambiano gli equilibri. Purché Roma e il Lazio non debbano pagare il conto.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il neo eletto presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca in occasione della presentazione del progetto del Tecnopolo di Roma all'università La Sapienza.

I primi contatti tra il neo governatore del Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri sono improntati allo spirito di collaborazione. Rocca si è spinto anche oltre sostenendo che se “il sindaco Gualtieri vorrà, troverà in me un alleato”, a cominciare dal tema della devoluzione dei poteri alla Capitale per farla essere all’altezza delle altre grandi capitali europee.

La luna di miele, almeno formale, sarebbe nell’interesse di Comune e Regione guardando alle sfide impegnative. Ma condivisione e collaborazione sono termini che mal si conciliano con la politica. Rocca già prima di insediarsi sulla poltrona di governatore ha mandato due messaggi chiari al Campidoglio: una tirata d’orecchie sui ritardi per la preparazione del Giubileo e l’avvertimento che le province del Lazio non saranno la pattumiera dei rifiuti prodotti dalla Capitale. Ma la vera discontinuità riguarda il metodo. Gualtieri non potrà più fare e disfare a proprio piacimento, la nuova giunta del Lazio non è disposta a fare il notaio delle scelte della Capitale.

 

Le sfide Pnrr, Giubileo, Expo senza alleati sono missioni ai limiti dell’impossibile

 

Ma il sindaco di Roma ha un problema in più. L’arrivo di una maggioranza di destra-centro in Regione era praticamente scontato. E’ stata invece una autentica sorpresa la vittoria di Elly Schlein alle primarie del PD. Gualtieri e la maggioranza del Pd romano erano schierati con Bonaccini. Qualche osservatore ha già sottolineato che il termovalorizzatore di Gualtieri rischia di essere impallinato dal fuoco amico della Schlein. La nuova leader del PD già con la composizione della segreteria offrirà una chiara indicazione su quale sarà la sua strategia, essere inclusiva con le varie anime (correnti e sotto-correnti) del partito o procedere a un radicale rinnovamento mettendo in conto elevate possibilità di scissioni.

Gualtieri insomma in poche settimane deve fare i conti con un fronte avversario assai consistente anche se variegato. Le sfide Pnrr, Giubileo, Expo sono tutt’altro che semplici e senza alleati rischiano di diventare missioni ai limiti dell’impossibile. Sulle ingenti risorse che stanno già arrivando sulla capitale, il sindaco di Roma dovrà fare i conti con Governo centrale e Regione. 

 

Gli interventi previsti dalla giunta erano 427, poi scesi a 335 e quelli poi approvati sono diventati 225. I 4 impianti bocciati sui rifiuti pesano sull’Expo 2030

 

Il Campidoglio non è comunque immune da errori e ritardi. L’entusiasmo del sindaco sull’elevata percentuale di progetti approvati nell’ambito Pnrr, oltre il 90%, racconta soltanto un pezzo della realtà. Il numero di interventi inizialmente previsto dalla giunta di Roma era 427, poi sceso a 335 e quelli poi approvati sono 225. Restano fuori, ad esempio, gli interventi per la realizzazione di 4 impianti per il trattamento rifiuti proposti dall’AMA, sonoramente bocciati dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Per Gualtieri una decisione incomprensibile, ma resta il fatto che il piano rifiuti rappresenta la priorità di Roma. Senza un effettivo cambio di passo sul ciclo rifiuti, sarà molto difficile competere per aggiudicarsi l’edizione di Expo 2030.

C’è poi la tabella di marcia di cui poco si parla. A fine 2024 andrà rendicontato uno stato medio di avanzamento lavori del 50% e entro metà del 2026 dovrà essere rendicontato il completamento.

Le risorse non sono soltanto Pnrr per Roma e Lazio. In totale sul territorio regionale pioveranno 7,4 miliardi dal Pnrr e dal piano complementare. A questi si aggiungono 2,5 miliardi del fondo europeo per lo sviluppo e la coesione, 1,8 miliardi del Fesr e 2 miliardi già impegnati dalla vecchia programmazione europea 2014-2020.

 

Sui fondi europei ci sarà un passaggio politico delicato. Roma-Latina fra le priorità di Rocca, molto meno di Gualtieri. 

 

Un passaggio politico molto delicato riguarda proprio i fondi europei della programmazione 2021-2027. Il Lazio è tra i principali beneficiari con 3,4 miliardi totali, quasi il doppio rispetto al precedente ciclo. L’orientamento europeo è dare impulso alla transizione energetica e all’ambiente, ma la ripartizione sarà il risultato di un negoziato tra Governo centrale, Regione e comune e le differenze non sono sottili. Ad esempio la grande incompiuta Roma-Latina è tra le priorità di Rocca, molto meno per Gualtieri.

C’è poi il ruolo del Governo. Il ministro Fitto è intenzionato a strappare dalla Commissione europea un nuovo assetto della governance dei fondi Pnrr e della programmazione. Fitto punta a una maggiore centralizzazione della spesa con un ruolo secondario degli enti locali. Prospettiva che a Bruxelles non piace e guardando al Lazio con qualche ragione. Ad oggi tutti gli enti territoriali del Lazio, regione inclusa, non hanno avuto accesso a nemmeno un bando sui rifiuti tra quelli previsti dal Pnrr. Rocca non ha ancora chiarito in modo puntuale la sua posizione sul termovalorizzatore di Roma. Inizialmente era contrario, creando anche qualche imbarazzo nella coalizione. Poi è diventato favorevole con qualche riserva mentre è decisamente contrario all’ampliamento della discarica di Viterbo.

A monte rimane poi il serio problema di efficienza della macchina burocratica e di procedure per la realizzazione dei bandi che definire farraginose è un eufemismo.

 

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