Uova, a Roma rischio calo dei consumi dopo il Fipronil

Per la Coldiretti ancora non si registra una diminuzione delle vendite, ma il rischio nei prossimi giorni c'e. Allerta dopo l'operazione dei Nas

Rischio calo consumi per le uova
Rischio calo consumi per le uova

Non si registrano cali nel consumo delle uova, ma le associazioni di coltivatori temono che col rientro degli italiani dalle vacanze gli acquisti calino in modo drastico. Lo scandalo del Fipronil rischia di dare un colpo micidiale al consumo di uova nel nostro paese e soprattutto a Roma.

A Roma e nel Lazio, ci sono stati due sequestri. E questo ha messo sul chi va là molti consumatori. “I dati che abbiamo – ci dicono dalla Coldiretti regionale – non sono significativi. Per di più, viste le vacanze, siamo in un periodo di basso consumo in una grande città come la Capitale. Non escludo però che nei prossimi giorni arrivi l’onda lunga. Ovvero con la città piena, un eventuale calo dei consumi si potrebbe avvertire”.

L’importante è sempre accertarsi della provenienza delle uova. Se sulla confezione c’e la sigla I si può stare sicuri, visto che significa che la produzione è italiana. Le triangolazioni però, dunque uova prodotte e fatte passare come italiane, però sono sempre possibili.

Per Coldiretti “gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dai Carabinieri dei Nas dimostra che in Italia il sistema dei controlli funziona ma va sostenuto da un forte impegno sul piano della trasparenza dell’informazione estendendo l’obbligo di indicare l’origine a tutti i prodotti alimentari a partire dagli ovoprodotti e ai trasformati e togliendo il segreto sulla destinazione finale delle importazioni”.

Gli italiani consumano in media circa 215 uova a testa all’anno, di cui 140 tal quali mentre le restanti (circa 1/3) sotto forma di pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari. Sulle uova in guscio l’indicazione di origine e’ presente ma, per l’organizzazione, “è necessario migliorarne la visibilità e la leggibilità non limitandosi ai codici mentre bisogna togliere dall'”anonimato” gli ovoprodotti ed i trasformati e rendere finalmente pubblici i flussi commerciali di tutte le materie prime provenienti dall’estero. Una mancanza di trasparenza che alimenta l’incertezza e le frodi ed inganni anche attraverso le triangolazioni commerciali”.

 

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