Con un blitz parlamentare notturno da Prima Repubblica, il Senato ha approvato un emendamento al DL Ucraina per estendere l’obbligo della certificazione SOA a tutti gli interventi dell’edilizia che godono degli ecobonus a partire da gennaio 2023. La SOA è un documento che attesta le capacità tecniche ed economiche di un’impresa per partecipare ai bandi pubblici con importi superiori a 150mila euro e viene rilasciata da società private specializzate esaminando una ricca documentazione.
La norma è stata fortemente sponsorizzata dall’Ance (l’associazione dei costruttori che aderisce a Confindustria) sostenendo che il nuovo adempimento burocratico assicura la qualità dei lavori e garantisce contro il rischio frodi. Obiettivi senza alcun dubbio da sottoscrivere ma la questione è se la misura in questione sia efficace o meno. Certamente la SOA non è stata concepita per fronteggiare le truffe. E’ come dire che il titolo di laurea per esercitare la professione di medico sia funzionale alla lotta contro l’evasione fiscale.
La certificazione riguarda il possesso di requisiti e non va confusa con la capacità di ispezione e controllo ex-post
Merita invece una analisi più approfondita la questione della qualità e delle competenze dell’impresa. Il sistema della certificazione è una filosofia che si è affermata negli ultimi decenni in tutto il mondo. Uno strumento utile ma con evidenti e naturali limiti e che va utilizzato con equilibrio. La certificazione riguarda il possesso di requisiti e non va confusa con la capacità di ispezione e controllo ex-post. Possedere la laurea in medicina ci consente di fare il medico, ma non rivela nulla sulle qualità del professionista.
In un mondo sempre più complesso e sofisticato gli stessi controlli spesso sono fallaci. L’obbligo di certificazione dei bilanci non ha evitato le truffe Parmalat e Cirio, passate inosservate anche al collegio sindacale, alla Consob, alla centrale rischi di Bankitalia e a qualche migliaio di analisti finanziari nel mondo. La Grecia è entrata nell’euro senza che Eurostat, la corte dei conti di Atene, il Parlamento, la Commissione europea, il sistema delle agenzie di rating sospettasse che i conti erano assolutamente falsi. La Lehman Brothers godeva della tripla A di Moody’s e S&P il giorno prima della dichiarazione di fallimento.
Le SOA sono obbligatorie da oltre 10 anni eppure crolli di ponti e strutture pubbliche sono notizie quotidiane
Qualche esempio per mostrare che se spesso i controlli a valle non funzionano quale credibilità possono avere quelli a monte e su carta? Se si focalizza l’attenzione al settore delle costruzioni le perplessità sono ancora maggiori. Le SOA sono obbligatorie da oltre 10 anni per i bandi pubblici e il numero di attestati in Italia è il più alto in Europa in termini relativi: il 4,1% del totale contro, ad esempio lo 0,8% della Germania e lo 0,2% della Francia. Eppure crolli di ponti, cavalcavia e strutture pubbliche da noi sono notizie quotidiane nelle pagine di cronaca. Un dossier di Cittadinanzattiva ha contato 70 crolli totali o parziali a edifici scolastici l’anno scorso. In comune avevano che le imprese cui è affidata la manutenzione ordinaria e straordinaria sono munite di SOA.
La norma che estende l’obbligo della certificazione prevede inoltre che la certificazione scatta per lavori di valore superiore a 516mila euro. Previsione che sconcerta. Se l’attestazione è sinonimo di qualità garantita dell’impresa e del lavoro che svolge, perché introdurre una franchigia? La sicurezza va assicurata solo per opere di valore elevato? Un condominio deve essere realizzato ad opera d’arte mentre per una villetta è una facoltà? Se lo stesso criterio valesse per un’auto, significa che il cliente è garantito quando acquista una Ferrari mentre se opta per l’utilitaria può anche saltare in aria.
È paradossale che il rappresentante di un’associazione di imprese solleciti prescrizioni e preferisca la burocrazia alle energie del libero mercato
Tra gli argomenti utilizzati per estendere l’obbligo SOA, uno è particolarmente bizzarro e cavalcato dal presidente dell’Ance nelle scorse settimane. Negli ultimi dodici mesi sono nate migliaia di imprese edili attirate dai facili guadagni del Superbonus e tra queste molte sono improvvisate. E’ la scoperta dell’acqua calda. La demografia del sistema imprenditoriale riflette l’andamento del ciclo. Se un settore è in crisi il numero degli operatori economici scende, al contrario la congiuntura positiva fa salire il numero delle imprese. L’anno scorso il saldo netto nelle costruzioni tra attivazioni e cessazioni è stato positivo per oltre 11mila unità. Secondo la lettura del numero uno di Ance molte di queste imprese sono improvvisate, ignorando che l’accesso al mercato prevede una serie di requisiti e prescrizioni. Se la natalità delle imprese fosse un criterio infallibile di qualità frequentare ristoranti nel primo trimestre di quest’anno rappresenta un serio rischio alla salute considerando che il numero delle attività è aumentato di 40mila.
È paradossale che il rappresentante di un’associazione di imprese solleciti prescrizioni, controlli basati sulla carta, per assegnare la patente di idoneità a un’attività economica già esistente. Trasmette l’idea che è meglio fidarsi della burocrazia piuttosto che delle energie del libero mercato. O forse è il rigurgito nostalgico del capitalismo dominato dai “robber baron” nell’America di inizio ‘900 che considerava la concorrenza e la tutela del mercato il primo dei fastidi. Se sarà approvata in via definitiva la norma sulle SOA, l’intero mercato della riqualificazione edilizia sarà assegnato in via esclusiva al 3% delle imprese.