No alle grandi navi sulla costa di Fiumicino. Il progetto per la realizzazione di un porto turistico – a ridosso del vecchio faro – con attracchi per le navi da crociera non piace ai comitati cittadini e alle associazioni ambientaliste che lunedì scorso sono scesi in piazza a Fiumicino per protestare.
Dall’assemblea popolare – indetta dalla rete de “I Tavoli del Porto” (che considera l’opera una “minaccia alla salute dei cittadini e di serio impatto per la viabilità e l’ambiente” ) – è scaturita la proposta di restituire l’area a ridosso del vecchio faro ai cittadini “per sottrarla al degrado e farne un posto bello e aperto a tutti”.
Secondo quanto racconta La Repubblica, il 18 ottobre 2021 la Fiumicino Waterfront srl si è aggiudicata provvisoriamente all’asta la società titolare della concessione del porto (Iniziative Portuali, già legata a Francesco Bellavista Caltagirone e mandata in fallimento dal 2018) e l’operazione si concluderà per legge il 19 febbraio. Ma la Fiumicino Waterfront è una società interamente partecipata dalla Royal Caribbean – spiega Repubblica – il gruppo crocieristico più grande del mondo, che da tempo aveva preparato un progetto per trasformare l’area del porto di Fiumicino (di fatto abbandonata dal 2011 per le note vicende giudiziarie legate alla IP) in un porto per accogliere le navi da crociera più grandi del mondo e megayachts da 110 metri: già a marzo 2019 il progetto fu presentato alla Regione da Invitalia, agenzia del ministero dell’Economia e socio di minoranza di IP.
Dopo aver ricevuto il progetto – continua Repubblica – la Regione avvia una conferenza di servizi preliminare con la formula del silenzio assenso a cui seguono diversi interventi critici anche da parte del ministero dell’Ambiente perché, non è un segreto, la foce del Tevere è fortemente soggetta a erosione costiera e mareggiate: ne sanno qualcosa i residenti dell’Idroscalo di Ostia e del passo della Sentinella a causa delle alluvioni che si ripetono ogni anno.
Motivo per cui le associazioni ambientaliste protestano. I manifestanti hanno infatti spiegato che il litorale “basso e fangoso, non è adatto ad accogliere navi di grandi dimensioni per cui saranno necessari imponenti e continue opere di dragaggio che devasteranno l’eco sistema marino della foce del Tevere, con conseguenze sull’equilibrio della costa. Non crediamo alla favola dei posti di lavoro e dell’indotto che questo tipo di turismo porterà al nostro territorio e come invece riteniamo che ci sia fondati elementi per ritenere che settori economici locali come la piccola pesca, la balneazione potrebbero essere duramente colpiti”.
Mesi fa un corso di no era stato levato anche dal Wwf litorale romano e da Italia Nostra. “Quanti sono i porti tra Ostia e Fiumicino? – scrivevano le associazioni -Tanti ma a quanto pare per qualcuno non bastano, visto che si pensa ancora ad un altro porto turistico alla foce del Tevere per ospitare anche imbarcazioni molto più grandi e impattanti, per non parlare del faraonico progetto di porto commerciale a nord della Fossa Traianea. Insieme al porto per piccole imbarcazioni, accanto al vecchio Faro di Fiumicino, si vuole infatti realizzare un porto per accogliere le navi da crociera: il progetto iniziale del 2009 non lo prevedeva. Questa non è una semplice variante al progetto precedentemente approvato e miseramente annegato tra i flutti delle inchieste giudiziarie”.