Grab, obiettivo 2023: Michetti? Non ci spaventa

Il promotore del Grab Alberto Fiorillo a Radiocolonna: finalmente si entra nella fase esecutiva

Un passaggio ulteriore in conferenza di servizi – quella definitiva – entro fine dell’anno e poi progetto definitivo, gare d’appalto e il Grab diventerà realtà. È un periodo importante per la mobilità sostenibile quello che si appresta a vivere Roma nei prossimi mesi. Il Grab – il Grande Raccordo Anulare delle due ruote – vedrà la luce già nel 2023, come racconta a Radiocolonna Alberto Fiorillo, ideatore e coordinatore del progetto, che nella giornata di ieri ha coordinato anche una conferenza in diretta Zoom dov’è stato presentato e discusso da vari ospiti, come Mario Tozzi e Giorgio Zanchini, solo per citarne alcuni.

“Dopo un lavoro durato anni e che ha visto il coinvolgimento di tantissime realtà, ora il progetto del Grab entra in una fase decisiva e diventa definitivo attraverso il lavoro di Roma Servizi per la Mobilità per conto di Roma Capitale – spiega – e da oggi abbiamo un quadro chiaro per quanto riguarda gli interventi e le tempistiche”

Le elezioni potranno essere un ostacolo alla realizzazione del Grab, nel caso vincesse un candidato che non ha mostrato una particolare sensibilità nei confronti della mobilità sostenibile? Il riferimento a Enrico Michetti non è casuale e Fiorillo ha le idee chiare nel caso in cui vincesse il centrodestra alle elezioni capitoline.

“Credo che elezioni non costituiranno un problema per il Grab, anzi. L’opera ha avuto un successo internazionale straordinario, ha ricevuto premi in Italia e all’estero e il 70% della cittadinanza crede che potrà rappresentare un valore aggiunto per Roma. Quale candidato sindaco eletto potrebbe ragionevolmente eliminare un progetto del genere? Dirò di più, dopo le elezioni mi aspetto un’accelerazione ulteriore, per offrire alla città un’opera pubblica nata dal basso. Un’opera pubblica che, ricordiamolo, andrà a toccare otto municipi di Roma su quindici”.

Nonostante il Grab abbia riscosso consensi diffusi tra i romani, negli ultimi anni non sono mancate le polemiche tra gli stessi ciclisti della Capitali, alcuni a favore dell’opera, altri più scettici, se non ostili. Sulle ragioni di questo scontro intestino, tra quelli che dovrebbero essere compagni di lotta, Fiorillo se la cava con una battuta andreottiana. “A Roma c’è da sempre una conflittualità molto forte, pensiamo che quando a Roma erano solo in due, Romolo uccise Remo – conclude – ma, invece di fare polemica, io preferisco sottolineare il contributo di tante associazioni e realtà che hanno costruito un progetto che in meno di due anni farà pedalare sempre più romani e turisti”.

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