Mappare i fondali del Mediterrano per studiare i cambiamenti climatici: il lavoro di Gaia Blu

Si è conclusa oggi nel Golfo di Napoli, la prima crociera della nuova nave oceanografica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), nata per studiare e proteggere il Mare Nostrum

Mappare i fondali del Mediterrano per studiare i cambiamenti climatici. È l’obiettivo della prima crociera di Gaia Blu, la nuova nave oceanografica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), lunga 84 metri per 2000 tonnellate di stazza, nata per studiare e proteggere il Mare Nostrum. Oggi si è conclusa la prima crociera nel Golfo di Napoli.

“I fondali marini sono al centro di una nuova ‘corsa all’oro’, spinta da una domanda crescente di risorse biologiche e minerarie come metalli e terre rare, necessari alla transizione energetica”, ha detto la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza.

“Le conoscenze scientifiche – ha aggiunto – che otteniamo grazie alle campagne di ricerca marina effettuate con la nave Gaia Blu, possono invece contribuire a contrastare un approccio allo sfruttamento lineare e intensivo delle risorse marine, che non rispetti la biodiversità e la sostenibilità”. Un vero e proprio gioiello tecnologico, donato al Cnr dallo Schmidt Ocean Institute (Soi), dotato dei più sofisticati strumenti per misurare con altissima precisione la profondità del mare in ogni punto e la morfologia dei fondali. Nella sua prima missione di 21 giorni Gaia Blu ha mappato oltre 5.000 km2 di fronte alla città di Napoli e la costiera amalfitana con il duplice scopo di verifica delle sue prestazioni e di confronto con i dati rilevati circa 20 anni fa da un’altra nave oceanografica per verificare in particolare la ricca attività di fumarole sottomarine che caratterizza quella regione.

“Il successo di questa campagna oceanografica sta in tre aspetti fondamentali – ha detto Marzia Rovere, ricercatrice Cnr-Ismar e capo missione scientifico – la risoluzione dei tre strumenti batimetrici installati a chiglia della nave, che possono indagare i fondali dalla costa fino a profondità di diverse migliaia di metri, la precisione ed efficienza nell’elaborazione dei dati, e la rapidità nel trasferire e rendere i dati e gli elaborati disponibili ai colleghi a terra con aggiornamenti ogni 24 ore via satellite”.

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