Deragliamenti, binari che cedono (con conseguente interruzione delle linee), una flotta di mezzi datata. La rete tramviaria di Roma mostra i segni del tempo e necessita di forte manutenzione da parte del Campidoglio. Quella delle ferrovie urbane in concessione ad Atac – Roma-Ostia, Roma-Viterbo e Termini-Centocelle – e’ messa, forse, anche peggio.
Della mappa cittadina degli anni Venti con 140 chilometri di binari oggi ne restano appena 36, con 6 linee. Da 8 mesi uno dei tram con il tracciato migliore, il 2 che porta da piazzale Flaminio vicino allo stadio Olimpico tramite una corsia riservata, e’ fermo per la sostituzione dei binari. I lavori sono quasi conclusi, la tratta dovrebbe riaprire entro fine anno. L’8 novembre l’ultimo guasto, un convoglio del 3 e’ deragliato nella svolta tra via Induno e viale Trastevere, nei pressi del Ministero dell’Istruzione. Due giorni dopo l’episodio si e’ ripetuto nello stesso punto, fortunatamente senza danni ai passeggeri.
Fonti in Atac, la partecipata del Campidoglio che gestisce il trasporto pubblico, spiegano che il binario in questione era completamente allagato ed ostruito da terra, foglie e detriti, complice la pioggia degli ultimi giorni, in quei casi puo’ avvenire un leggero slittamento della vettura. La sera del 31 ottobre, invece, a fermarsi era stato il 19, dopo il cedimento di una porzione dei binari a piazzale del Verano. Dopo alcune giornate di lavori, con le linee parzialmente interrotte e i bus sostitutivi, entrambi i tracciati sono tornati in funzione ma il rischio di nuovi incidenti resta. I punti maggiormente critici sono quelli dove le rotaie si trovano in tratti stradali leggermente depressi, dove acqua e sporcizia rischiano di accumularsi dentro ai binari: la svolta di viale Trastevere, la stazione omonima nell’incrocio con la Circonvallazione Gianicolense, largo Preneste, piazzale delle Belle Arti.
In una citta’ sommersa dal traffico delle vetture private e con appena 3 metropolitane i tram sarebbero una soluzione. Servirebbero pero’ interventi di manutenzione frequenti e spazzamento stradale puntuale. Mentre i lavori piu’ evidenti sulla rete tramviaria nel corso degli ultimi decenni sono stati fatti soprattutto sui capolinea, con variazioni di qualche centinaia di metri: quello dell’8 spostato da largo Argentina a piazza Venezia, quello del 2 sistemato almeno un paio di volte, cosi’ quello del 5 a stazione Termini. La situazione sulle ferrovie in concessione non va meglio. Dal prossimo anno la linea per Ostia e quella per Viterbo dovrebbero passare alla Regione Lazio che ha in programma degli interventi di manutenzione e restyling.
La tratta per il litorale e’ un’emergenza quotidiana: con solo la meta’ dei convogli attivi ormai opera su tracciato ridotto con frequenti disguidi. In capo al Campidoglio resterebbe solo la Termini-Centocelle. Una linea, retaggio della vecchia ferrovia che portava a Fiuggi, dove l’eta’ media dei convogli e’ di 52 anni, gli ultimi acquistati risalgono ad Italia 90, quando era sindaco Franco Carraro e il governo lo guidava Giulio Andreotti. Un’altra epoca. C’e’ un progetto di revisione integrale per portare il tram fino all’universita’ di Tor Vergata, ma servono i fondi. La speranza per il futuro della rete si chiama Pnrr. La giunta di Virginia Raggi ha lasciato in eredita’ progetti per almeno 5 nuove tramvie. Quella su cui la nuova amministrazione di Roberto Gualtieri intende puntare realmente e’ la Termini-Vaticano-Aurelio, un tracciato che passando per via Nazionale, corso Vittorio e Gregorio VII congiunga il principale scalo ferroviario con l’area di San Pietro che potrebbe ridisegnare la mobilita’ in centro storico. Dal recovery arriverebbero circa 120 milioni per la prima parte dell’opera.