Legambiente Lazio si schiera contro l’apertura della nuova discarica a Magliano Romano. Secondo il presidente Roberto Scacchi è un’errore autorizzare l’apertura per questo, dichiara, “noi saremo al fianco dell’amministrazione locale e di quanti ricorreranno contro il provvedimento a difesa dell’ambiente e di una cittadinanza tra le più virtuose del Lazio in termini di raccolta differenziata”.
Non a caso il Comune di Magliana Romano sarà premiato durante la sesta edizione dell’Ecoforum regionale (organizzata da Legambiente Lazio il 15, 16 e 17 febbraio) come uno dei territori con le performance migliori nella raccolta differenziati, dove dove si produce un indifferenziato procapite sotto i 75 kg all’anno. Per capire – spiega Legambiente – quanto sia positivo questo dato basti pensare che a Roma l’indifferenziato procapite è invece 309 kg all’anno
Legambiente sottolinea come l’autorizzazione per la nuova discarica a Magliano Romano “da oltre 900.000 tonnellate con la riclassificazione dell’attuale discarica di inerti” arrivi dopo ” l’autorizzazione al potenziamento del Termovalorizzatore di San Vittore nel Lazio. Contemporaneamente, non terminano le procedure autorizzative per i 2 impianti di biodigestione anaerobica a Cesano e Casal Selce nella Capitale, Roma non aumenta la differenziata e non individua l’area per la sua discarica di servizio, con la conseguenza che l’apertura dell’impianto di Magliano sembra poter portare in quel sito l’enorme mole di rifiuti romani: la Capitale è ferma da anni al 43 per cento di raccolta differenziata e produce 900.000 tonnellate annue di indifferenziato”.
Secondo l’associazione ambientalista “per marciare verso l’economia circolare” il Lazio dovrebbe puntare sugli impianti di riciclo delle materie, “a partire dai biodigestori anaerobici, non certo dalle discariche”.
Poi Roma deve fare la sua parte, spiega Sacchi, “spingendo sull’acceleratore per la differenziata, con il porta a porta in tutte le utenze, non con i cassonetti, seppur nuovi, che continuiamo a vedere. E la Capitale deve avviare politiche determinate di riduzione e individuare velocemente e nel proprio territorio le aree per la costruzione della fase industriale nella gestione del ciclo dei rifiuti, dagli impianti per le diverse frazioni alla discarica di servizio, solo così si può fermare la mina vagante della monnezza romana, che ora rischia di esplodere a Magliano. Per ironia della sorte, peraltro, questa discarica potrebbe essere autorizzata ad accogliere complessivamente l’indifferenziato che a Roma viene prodotto in un solo anno, con il rischio quindi di devastare un intero territorio senza aver risolto il problema strutturale”.