Scale mobili no, ascensori sì (se funzionano): il cortocircuito delle bici sulle metro di Roma

Le norme che regolano l’accesso delle biciclette sulle metro romane e la situazione dell’accessibilità rappresentano un nodo critico del tpl di Roma

Consultare le condizioni generali del trasporto pubblico può risultare particolarmente interessante per comprendere le stranezze e i cortocircuiti del tpl nelle grandi città. Un esempio emblematico proviene da Roma e riguarda le condizioni cui devono sottostare i ciclisti che vogliano trasportare la propria bici all’interno dei sotterranei della metropolitana di Roma. Innanzitutto la bici non pieghevole, nella metro della Capitale, non è gratis per tutti: possono trasportarla gratuitamente solo i possessori dell’abbonamento Metrebus, mentre chi ha il biglietto deve comprarne un altro per il proprio mezzo. Ma il punto più interessante riguarda le modalità di accesso alle stazioni e i relativi divieti. A pagina 12 delle condizioni generali si legge testualmente: “Nelle stazioni provviste di ascensori, per i viaggiatori con bicicletta al seguito è obbligatorio l’uso degli ascensori, fermo restando il diritto di precedenza per i viaggiatori senza bicicletta al seguito. Nelle stazioni sprovviste di ascensori o in quelle ove gli stessi risultano temporaneamente fuori servizio è comunque vietato condurre biciclette:

– in rampe di scale fisse di larghezza inferiore a 2 metri

– sulle scale mobili

– su rampe di scale fisse quando la scala mobile parallela è fuori servizio.

Nei casi in cui per osservanza dei precedenti obblighi e/o divieti, il passeggero con bicicletta al seguito si trovi impossibilitato ad entrare o uscire dalla stazione deve recarsi in altra stazione ove ciò sia consentito”.

Sempre tra le Condizioni, si legge che “sulla linea A non sono accessibili per il trasporto delle biciclette le stazioni di Spagna, Barberini, Repubblica, Termini, Vittorio Emanuele e San Giovanni” ma i problemi di accessibilità – come spiega la stessa Atac nel suo sito – riguardano anche altre stazioni:

Immaginiamo di trovarci con la nostra bici alla stazione di Re di Roma perché dobbiamo recarci a Battistini. Improvvisamente si rompono le scale mobili, l’ascensore non è disponibile e dobbiamo quindi andare a San Giovanni, scoprendo che insieme a Spagna, Barberini, Repubblica, Termini, Vittorio Emanuele è tra le stazioni dove l’accesso delle bici non è consentito. L’ultima carta è Manzoni, ma anche lì – dice il sito di Atac – ci sono ascensori fuori servizio. Non ci resta che prendere la nostra bici dall’Appio Latino e arrivare a Flaminio, per poi sperare di poter arrivare a Battistini senza ulteriori intoppi.

Insomma, la metro di Roma – almeno sulla carta – non è su misura di bicicletta. Il fatto che queste norme possano essere disattese da ciclisti che forzano le regole ed entrano lo stesso non attenua il problema, anzi, rende chiara la necessità di aggiornare le norme affinché si faciliti il più possibile l’accesso di mezzi sostenibili nel trasporto capitolino.

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