E’ stata ed è ancora un’estate davvero strana.
Fatta di cambi di clima con temperature alternanti: oggi caldo africano, ieri aria e cielo nordici.
Un’estate che ha facilitato il moltiplicarsi degli insetti tipici del periodo. Tutti fastidiosi e in alcuni casi anche portatori di patologie complesse e dure da estirpare. Difendersi e proteggersi non è stato facile.
E’ stata l’estate delle vespe e dei calabroni che, mai come in questi mesi, hanno occupato ogni fessura, crepa e pertugio, per costruire i nidi e riprodursi in modo esponenziale.
Improvvisamente, un giorno, compare, in casa, una vespa, poi un’altra e un’altra ancora Quando ti hanno punto più di una volta capisci che non è un caso ma, guerra aperta e necessaria. Ti attacchi a tutti gli spray e le polveri che trovi in commercio ma, il risultato non è definitivo e la situazione precipita.
In questi casi ci si può rivolgere ai Vigili del fuoco, alla Asl o alla Polizia locale che sanno a chi indirizzarti.
Noi abbiamo scelto una Ditta privata altamente specializzata in disinfestazioni di ogni tipo. Sono arrivati con un pick up attrezzato con “bidoni” ed erogatori adatti a getti potenti. Fatto un rapido giro della casa, Davide concorda con me che le vespe devono per forza essere nel cassonetto della tapparella.
E lì comincia un film stile Ghostbusters. Inizia una lunga vestizione iperprotettiva: tuta a prova di qualunque tipo di puntura, maschera “antigas”, ben 2 copricapo-copriviso, guanti lunghi e spessi, stivali. Per gli insetti non c’è alcun modo di colpire.
Si smonta il cassonetto e il nido è ben visibile e bello grosso. Una costruzione complicatissima e stupenda.
Le vespe fabbricano il nido utilizzando pasta di legno masticata e saliva. Questa materia sembra carta leggerissima a fogli sovrapposti. All’inizio può essere piccolo come una noce ma cresce nel tempo fino a diventare di proporzioni incredibili (tipo anguria).
In questo rifugio ci sono anche le cellette che contengono le larve. Un “alveare”, come quello che vedete, può contenere migliaia di vespe, ognuna con il proprio compito. Solo le femmine pungono anche ripetutamente.
Chiudo la porta del bagno, mi sposto in un’altra stanza e lascio Davide al suo “sporco” lavoro. Solo dopo diversi minuti ci rivediamo, lui ancora in tenuta da acchiappa vespe e con in mano un sacchetto di plastica che contiene il nido. L’ha preso con le mani protette tutto intero così com’era e subito l’ha ritirato.
A guardarlo da vicino l’alveare lascia senza parole e all’interno delle cellette sono ben visibili le larve. E’ ancora giorno quindi molte vespe (le operaie) mancano all’appello. Quando torneranno a sera e non troveranno più il loro rifugio continueranno a girare intorno alla zona. Questo fino allo sfinimento.
Magico mondo quello delle vespe ma, purtroppo per noi a volte molto doloroso.








