L’area Amazzonica, ecologicamente strategica per la vita del pianeta, rappresenta uno dei palcoscenici principali del confronto-scontro culturale che oggi l’umanità sta vivendo. E anche lo scorso anno, come dimostrano i dati pubblicati nel rapporto annuale di Global Forest Watch, think tank sulla deforestazione basato all’Università del Maryland, proprio in Brasile si è verificata la perdita maggiore, circa un quarto del totale di un’area grande quanto l’Inghilterra.
“La mancanza di rispetto nei confronti della Terra, nostra casa comune, e l’atteggiamento predatorio verso l’ambiente naturale, sono sempre strettamente legati alla mancanza di rispetto e all’ostilità che le culture dominanti dimostrano nei confronti delle altre culture, considerate inferiori”, sottolinea Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia, la ong che promuove la Giornata della Terra il 22 aprile.
Il Villaggio per la Terra, l’evento annuale che si tiene in questi giorni a Villa Borghese a Roma, ospiterà sabato un incontro fra scienziati ed eticisti proprio per riflettere sulle armi a disposizione per difendere il polmone della Terra: un forum organizzato insieme al Cortile dei Gentili del Pontificio Consiglio della Cultura, alla Segreteria del Sinodo dei Vescovi, e alla ONG Survival, che celebrerà nell’occasione i 50 anni di attività di supporto ai popoli indigeni.
La regione amazzonica, che rappresenta il 43% del Sud America ed è condivisa da nove nazioni, ospita 35 milioni di persone e circa 2,8 milioni di indigeni appartenenti a 390 distinte popolazioni, 137 delle quali sono ancora isolate e non contattate. In Amazzonia si parlano 240 lingue appartenenti a 49 famiglie linguistiche.
Fra gli spunti del dibattito, quello offerto dal filosofo Mauro Ceruti nel suo libro “Il tempo della complessità”: “La convivenza di comunità culturalmente, etnicamente e religiosamente distinte è costitutiva da sempre della storia delle tradizioni umane. Oggi la sfida è quella di iniziare a concepire e vivere la comunità planetaria in positivo, elaborando il nucleo di un ‘umanesimo planetario’ imperniato sulla coscienza della comunità di destino di tutti i popoli della Terra, e dell’umanità con la Terra stessa”.